Alfredo Bini: Montalto un polo culturale al produttore coraggioso

Uno #spaziocinema dedicato al produttore italiano Alfredo Bini. Sabato 12 dicembre 2015, alle ore 17:00, l’amministrazione comunale di Montalto di Castro, con il sindaco Sergio Caci, insieme all'”Associazione Culturale Alfredo Bini”, inaugurerà un nuovo polo cinematografico-culturale presso l’ex bocciodromo in piazza Carlo Alberto dalla Chiesa.
Alfredo Bini, conosciuto per la produzione di celebri pellicole come “Il Bell’Antonio”, “Il Vangelo secondo Matteo” e “Uccellacci e Uccellini”, ha trascorso gli ultimi anni della sua vita proprio a Montalto di Castro, ospite dal 2001 al 2010 dell’imprenditore locale Giuseppe Simonelli, che oggi è il suo erede universale. “Nella storia della produzione cinematografica italiana il nome di Alfredo Bini occupa un posto non trascurabile, sebbene la sua attività più conosciuta e apprezzata sia circoscritta agli anni Sessanta. Bini inizia la propria attività proprio nel 1960, fondando la casa di produzione Arco Film e realizzando Il bell’Antonio di Mauro Bolognini, tratto dall’omonimo romanzo di Vitaliano Brancati. Sin da questo primo lavoro emerge la personalità ribelle del produttore, sordo persino ai richiami del ministro dello Spettacolo Alberto Folchi che tenta di dissuaderlo dall’affrontare un argomento rischioso come quello dell’impotenza maschile. Ma il nome di Alfredo Bini è noto soprattutto per la lunga e intensa collaborazione con Pier Paolo Pasolini, che fa esordire nel 1960 con Accattone e del quale produce tutti i film sino a Edipo re del 1967. I temi religiosi affrontati ne La ricotta e Il Vangelo secondo Matteo provocano tentativi di censura e infuocate polemiche. Così come il “suo” Satyricon diretto da Gian Luigi Polidoro, accusato di oscenità; Bini difende l’opera pubblicando un saggio dall’emblematico titolo “Appunti per chi ha il dovere civile, professionale e politico di difendere il cinema italiano”. La parabola umana e professionale di Bini segue le sorti del cinema italiano. Gli ultimi anni sono segnati da delusioni e difficoltà. A Montalto di Castro,nel 2001 di fronte al Motel Magic di Giuseppe Simonelli giunge un anziano signore. Il suo nome è Alfredo Bini. L’uomo sta attraversando un periodo di difficoltà economica e si trova momentaneamente senza un alloggio. Giuseppe decide di ospitare Bini e di lì a poco nasce un rapporto del tutto speciale, come tra padre e figlio. Attraverso testimonianze e materiale di repertorio viene così ripercorsa una vita per il cinema, dai successi degli anni Sessanta alla crisi degli ultimi anni. Questa è la storia di uno dei nostri produttori più coraggiosi e liberi.
All’interno dell’ex bocciodromo è stata allestita una mostra (curata dall’attrice Donatella Baglivo), di macchinari provenienti dagli studi di Ciak2000 di Roma, arricchita con materiale di vari produttori, attori e registi, da Bini a Tarkovskij, fino a Lea Padovani, altro personaggio del cinema nato a Montalto al quale è già intitolato il teatro comunale.
All’evento saranno presenti, oltre all’amministrazione comunale, illustri ospiti della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo, il regista Franco Zeffirelli e Miss Cinema e Miss Italia 2015 Alice Sabatini.
Quella del 12 dicembre sarà anche l’occasione per presentare il documentario sulla storia di Alfredo Bini che è stato girato in parte anche a Montalto di Castro, che è stato in concorso alla “72esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia” ed è tutt’ora in corsa al “Cinema Italian Style” di Los Angeles, con la regia di Simone Isola e l’interpretazione di Valerio Mastandrea e Giuseppe Simonelli.
Nel comune castrense la cultura è diventata ormai da quasi 4 anni un volano di sviluppo turistico. Dopo la nomina ricevuta dal teatro Padovani a “Casa della Cultura” della Regione Lazio, l’apertura di un polo cinematografico darà sicuramente ulteriore slancio alla città.
Nella foto Giuseppe Simonelli l’erede universale di Alfredo Bini

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