Patrizia Sileoni: Tuscania il miglior posto in cui poter vivere

Il mare a poco più di venti chilometri, altrettanti dal lago di Bolsena e dai monti Cimini. Un patrimonio storico e artistico di valore assoluto. Che c’è di più bello della chiesa di San Pietro?. Probabilmente un sincero spot, sicuramente una dichiarazione di amore. Tanto più intensa perché arriva da chi a Tuscania non è nata e che a Tuscania non ha radici familiari, ma nulla di più che un semplice seppur elegante loft dove da qualche anno vive in affitto.

Spiegare Patrizia Sileoni non è semplice perché il personaggio e la sua stessa vita non si prestano a una facile lettura che non sia assolutamente superficiale. Le sue credenziali dicono che è romana di nascita, che è stata attrice, organizzatrice di eventi, collaboratrice di case cinematografiche ed editoriali. Che ha vissuto in Francia, in Portogallo, in Brasile. E ci perdonerà se non riusciamo a tenere a mente tutti i Paesi che ha toccato o le personalità dell’arte, del cinema, della musica che ha conosciuto. Se la vita fosse fatta solo di colori, quella di Patrizia sarebbe un caleidoscopio. Colori, appunto, e amori. “Quello più grande – puntualizza con una vena di orgoglio – è stato però Piero Ciampi. Come definirlo? Semplicemente un sensibilissimo poeta, un insuperabile paroliere, un cantautore unico. Un uomo del quale si restava inesorabilmente incantati”. Oggi il biglietto da visita (si fa per dire) di Patrizia Sileoni dice che è presidente del circolo culturale “Il crogiuolo”.

A Tuscania, ovviamente. Tre anni di vita, una iniziale collaborazione con Tuscia Film Festival, e poi un crescente per quanto incoraggiante successo. “A settembre – annuncia Patrizia – daremo vita alla prossima edizione. Non abbiamo ancora potuto fissare le date precise della rassegna perché ci stiamo lavorando. I temi? Film, a corto e lungo metraggio, che scorrano su un unico binario: devono raccontare la Tuscia. Una terra della quale sono innamorata”. E quando è nato l’idillio? “All’età di 18 anni quasi per caso. Conoscevo la marchesa Ferrero Agnelli, grazie alla quale visitai per la prima volta Civita di Bagnoregio. Fu un colpo di fulmine>. Con successivo tradimento però. Perché arrivò la cotta per Tuscania. O no? “No, infatti. Tuscania è un’altra storia. Ti offre un respiro diverso più ampio in tutti i sensi. Io, con gli amici del “Crogiuolo”, sto cercando di dare concretezza a questo soffio. In una parola, sto provando a costruire qualcosa che coniughi la bellezza artistica dell’oggi ai valori del passato. Tuscania offre lo scenario più adatto…>. Però? Perché c’è quasi sempre un però. “Qui è difficile cambiare alcuni aspetti, anzi la sostanza, di una mentalità cristallizzata. Per esempio, trasformare la classe agricola locale in un movimento che punti decisamente sul suo asset più prezioso che è il turismo. C’è una carenza di prospettive che frena il decollo della città che ha invece potenziali enormi”. Il sogno di Patrizia? La risposta arriva dopo un lungo sospiro: “Una commission film, cioè un’agenzia di produzioni cinematografiche che supporti iniziative pubbliche con l’obiettivo di valorizzare il territorio. Nel mio caso Tuscania, ovviamente”.

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