2022, prepariamoci al centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini

Il prossimo anno,il 2022 sarà il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini era, infatti nato il 5 marzo del 1922 a Bologna.
Regista, sceneggiatore, attore, scrittore, drammaturgo, giornalista, filosofo ed anche pittore, è stato un genio creativo molto legato alla Tuscia
Alfredo Giacomini, nella sua relazione sulle architetture contemporanee in provincia di Viterbo, in occasione del convegno Paesaggi contemporanei, organizzato durante la Giornata nazionale del Paesaggio del 14 marzo 2019, ha ricordato come Pasolini fosse solito affermare: “nella Tuscia c’è il paesaggio più bello del mondo…forte e soave, dove l’Ariosto sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta innocenza di querce, colli, acqua e botri (un’erba aromatica usata per curare malattie nervose ndr)”.
Ad affascinarlo di questa terra non era solo dunque la ‘sua’ Torre di Chia: una bellezza medievale immersa nel paesaggio suggestivo dell’Etruria (Bomarzo, Mugnano, la Val Tiberina), tra i boschi del Fosso del Rio e di Fontana Vecchia, tra i cerri e la gola del torrente, che per lui fu fonte di ispirazione artistica e personale, con cui indagava ed esplorava l’intangibile, suggerito dalle meraviglie che aveva davanti agli occhi.
Basti pensare ai suoi film e ai suoi romanzi nati da qui, per approdare altrove, andare oltre, per sfiorare l’universale; come ad esempio il set cinematografico di “Pasolini …e la forma della città” (cortometraggio del 1973 girato da Paolo Brunatto, probabilmente assieme a Pasolini stesso); oppure il finale del poema di Pasolini “Poeta delle ceneri” (poema autobiografico pubblicato per la prima volta sulla rivista “Nuovi Argomenti” nel 1980, a cura di Enzo Siciliano); o la sceneggiatura per il film “Il Vangelo secondo Matteo”: scene memorabili quelle girate dal regista accanto alla cascatella di Chia.
Fino ad arrivare a “La nuova gioventù”, l’ultimo libro pubblicato da Pasolini prima di morire assassinato all’idroscalo di Ostia nel 1975. Edito Einaudi, ha a corredo un saggio di Furio Brugnolo sulla metrica in quanto è un volume di poesia friulana, ma i riferimenti a Viterbo e al viterbese sono evidenti; ciò mostra quanto Pasolini sapesse associare concetti, emozioni e sensazioni di questo luogo ad altri remoti, lontani e distanti, che appaiono così diversi, ma non al suo occhio attento e fine.
Questa è l’eterna bellezza, immateriale, del posto e della sua arte; consegnati all’eternità.
Simbolo la stessa Torre di Chia diventa un esempio di architettura contemporanea, di come il contemporaneo possa dialogare e convivere positivamente con la storia, che l’erede ha posto in vendita.
Nel novembre 2020 a fronte della notizia ,Regione Lazio e Mibact si resero disponibili per salvarla.Queste le dichiarazioni di allora del presidentedella Regione Lazio Nicola Zingaretti:
Dopo aver appreso della volontà della famiglia di Pier Paolo Pasolini di mettere in vendita la Torre di Chia a Soriano nel Cimino per l’insostenibilità dei costi di gestione, ci siamo attivati avviando un percorso di interlocuzione con il MiBACT per la salvaguardia e la tutela del sito”.

Sarebbe bello che Ragione Lazio e nuovo Ministero della Cultura riuscissero a concretizzare per farne il riconoscimento più significativo per i 100 anni.

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