Latte di pecora, Rai in diretta dalla Tuscia. Pacifici: serve produzione organizzata

Migliaia di allevatori soprattutto sardi hanno da giorni iniziato una protesta per la crisi del latte di pecora. La trasmissione Radio Anch’io di Rai Radio 1 oggi è andata in onda con un collegamento da Grotte Santo Stefano, nell’azienda agricola di Mauro Pacifici,  presidente di Coldiretti Viterbo, e dove hanno espresso il loro pensiero anche due giovani allevatori Patrizio Nicolai e Andrea Leoni.

Mauro Pacifici: «Quando si parla di latte si pensa subito al latte vaccino, invece c’è una tradizione di 720mila capi con 3mila aziende nel latte ovino, 320mila capi solo nella Tuscia con 1500 aziende e 40 milioni di litri di latte prodotto. Da tempo ci stiamo battendo perché ci sia la giusta attenzione a questo problema: ci pagano meno di quello che spendiamo per il mantenimento degli ovini. Oggi la qualità del prodotto va fatta con gli investimenti ma se la materia prima non viene pagata non si possono fare. Siamo un po’ sopra il prezzo della Sardegna perché il ricatto è quello di fornirsi in Sardegna dove incide il prezzo del trasporto».

Patrizio Nicolai: «Quello che ci penalizza è una legge di mercato arcaica, nel mese di febbraio, con una campagna agraria cominciata da ottobre, non sappiamo ancora il prezzo. In questo modo non si può fare una strategia imprenditoriale corretta».

«Un allevatore oggi vive in simbiosi con il gregge, 365 giorni all’anno 24 ore al giorno – aggiunge Nicolai – non si tiene conto del clima dal sole alla neve, se non ci fosse la passione questo lavoro non si potrebbe fare. Nell’allevamento ovino non c’è stata meccanizzazione. Serve un operatore. E oggi il prezzo di vendita non copre i costi di produzione».

Il latte prodotto viene poi trasformato in pecorino, ricotta, yogurt. Ed è proprio nei confronti del consorzio del pecorino romano che viene puntato il dito. «Non credo di poter essere smentito – commenta Pacifici – dicendo che non c’è stata una campagna pubblicitaria per valorizzare il pecorino romano dop. La gestione deve essere fatta in modo più oculata. E’ necessario un cambio di passo».

Pacifici: abbiamo chiesto intervento antitrust, per accertare eventuali distorsioni causate da comportamenti sleali. Noi dovremmo avere una data di inizio, scadenza e costo, campagna inizia a settembre ottobre e ancora non sappiamo prezzo finale.

Consorzio pecorino romano, il presidente Salvatore Palitta, ha ribadito che il consorzio ha dovere di tutela, ma non può entrare nelle dinamiche economiche. Non possiamo bloccare la libertà di impresa, di chi ha la dinamicità di crescere. E’ un limite normativo che non possiamo ovviare».

Pacifici sottolinea come il parmigiano stia facendo promozione per stimolare il mercato, mentre non avviene lo stesso per il pecorino. Ci sono quote di produzione, ma sono stati  prodotti 60mila quintali in più.

Palitta ha risposto: «siamo attivi nella promozione, con 7 milioni di euro di investimenti nel triennio in pubblicità. Perché il ministro deve dare delle linee guide con cui poter bloccare la produzione oltre il tetto. Il vero problema è la filiera disgregata, non c’è una forza contrattuale».

In giornata ci sarà un incontro in Regione con il presidente Zingaretti, Mauro Pacifici si augura che si arrivi a una mediazione con un tavolo sulla filiera, non cercando solo il contributo che sazia il momento, ma una programmazione attenta a una regolarità produttività ed economica stabilizzata. 

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