Una grande storia d’amore quella di Assuero Ginebri e di sua moglie Giovanna. La passione per la politica per lui, per lei l’amore per quel biondino conosciuto nella Germania dell’Est tanti anni fa. Il legame indissolubile di una vita piena che ha pure lasciato breve la distanza nella morte, avvenuta con un distacco di quattro anni. Impossibile non ricordarli insieme al centro di Viterbo dove hanno abitato sino alla fine dei loro giorni. In molti li ricordano a braccetto, eleganti, quasi a sostenersi l’uno all’altro nella centralissima via Marconi. La loro storia è raccontata nel libro Passaggi in Europa dalla stessa autrice Giovanna Strich (editore Annulli). Lungimirante anche nel titolo.
Assuero, viterbese, era nato l’11 aprile del 1920, figlio di un cavatore, morto in giovane età e di una di quelle coraggiose donne del popolo che con cinque figli da sfamare, soprattutto dopo la morte del marito, non si spaventava di andare a fare la facchina ai mercati generali. Ginebri ha attraversato la Storia, ne è stato parte integrante, l’ha fatta per la sua parte, senza mai lasciarsi schiacciare dagli eventi, senza mai perdere il filo del suo racconto di giustizia e libertà, forse grazie anche alla saggezza antica del popolo, all’ironia, alla coscienza di combattere per un ideale giusto e profondamente umano. Consigliava, dava indicazioni, non era mai fazioso. Alla fine di ogni discussione cercava sempre di individuare un piano di sintesi alta, mai mediazione al ribasso, tutto condensato per il raggiungimento degli ideali e degli obiettivi in cui ha sempre creduto. Giovanna, donna bellissima ed elegante, era nata a Dusseldorf nel 1923 da padre ucraino e mamma boema. Dopo aver trascorso l’infanzia a Berlino, si è trasferita a Mosca nel 1931. Lì ha studiato alla scuola modello numero 25 – la Scuola del Cremlino, così denominata poiché frequentata anche dai figli di Stalin, Khrusciov e Beria. Poi si iscrisse alla facoltà di Storia, per arruolarsi come volontaria civile nell’Armata Rossa. Addetta al fronte alla propaganda antinazista in lingua tedesca, una volta conclusa la guerra ha lavorato come interprete nella Repubblica democratica tedesca. Ha conosciuto Assuero nella Repubblica Popolare Tedesca, in Turingia, ed è stato amore a prima vista.. “Giovanna lo adocchiò subito e Assuero chiese a sua volta chi fosse quella bella donna. L’attrazione fu immediata, tanto che sei mesi dopo si sposarono. Lui aveva 38 anni e lei 35. In venti giorni organizzarono la cerimonia. La dichiarazione d’amore, fatta con un’interprete, visto che lei era tedesca e lui italiano, ma nessuno dei due parlava la lingua dell’altro”. Il matrimonio fu nel 1958 a Berlino, Giovanna seguì Assuero nel ritorno a Viterbo, dove ha ricoperto la carica di assessore alla Sanità della Provincia dal 1976 al 1978. Hanno parlato di lei come un’intellettuale – ma era molto di più, era una donna di cultura. Amava leggere, trovava nella lettura completezza nella missione che sentiva d’avere. Un rapporto quello di Assuero e Giovanna consolidato dalla condivisione, sono stati veri compagni di una vita attiva e coerente sino alla fase finale. O meglio “Assuero e Giovanna sono stati compagni della loro vita, vera, piena, totale, un rapporto di stima, complicità, condivisione e di ironiche scaramucce. (Nel ricordo di Linda Natalini in consiglio comunale che ne celebrava la sua morte ad agosto 2008). Ci piace ricordare una storia autentica d’amore nel giorno in cui si festeggia l’Amore, quello che supera le differenze e unisce i cuori, quello che compone un inno alla vita e all’individualità che nel caso di Assuero e Giovanna non è stata mai sopraffatta dall’uno sull’altro. Buon San Valentino a tutti.
Il rosso dell’Amore: Assuero Ginebri e sua moglie Giovanna Strich
Sara Grassotti