Ci sono libri, come “La Via Clodia – Ricognizioni archeologiche nel cuore della Tu-scia.” scritto a quattro mani da Luciano Proietti e Mario Sanna che li vedi lentamente prendere forma. Questo grazie anche alle numerose passeggiate che ArcheoTuscia, di cui Luciano Proietti è presidente, organizza che sempre riservano numerose sorprese. Un libro frutto uno studio durato quasi 5 anni, dove l’acume e la conocenza storica di Mario Sanna, riescono a far notare particolari che altrimenti passerebbero inosservati. Il libro verrà presentato ufficialmente venerdì prossimo 14 giugno 2019 presso la sala conferenza della Fondazione Carivit Via Cavour, 67 ore 16,30.
La via Clodia era una antica strada romana. Costruita tra la via Cassia e la via Aurelia, presenta una caratteristica particolare rispetto ad esse: mentre le due vie maggiori erano progettate principalmente per i trasferimenti militari di lungo raggio, la via Clodia era una via di corto raggio, dedita ai traffici mercantili con le colonie in terra etrusca.
Nel volume, dal titolo “La Via Clodia – Ricognizioni archeologiche nel cuore della Tuscia”, viene analizzato dagli autori, il tratto della via consolare che metteva in comunicazione Roma con l’Etruria nord-occidentale, partendo dalla diramazione dalla via Cassia in corrispondenza della frazione “La Storta”, fino a raggiungere il centro toscano di Saturnia. La Strada, che prende il nome dal suo costruttore riconducibile probabilmente a Gaio Claudio Canina, console nel 273 a.C., venne costruita tra la fine del III e gli inizi del II secolo a.C., dopo la definitiva sottomissione delle grandi città etrusche, ricalcando in parte itinerari già esistenti in epoca etrusca. Per lo studio del percorso, L.Proietti e M.Sanna si sono avvalsi principalmente delle indicazioni fornite dalla Tabula Peutingeriana, ovvero da una riproduzione medievale risalente al XIII secolo tratta da un originale di una carta geografica della viabilità dell’impero romano databile tra il III e il IV sec. d. C.; si tratta in sostanza di un dipinto su pergamena in cui è riportato il tracciato delle vie romane e le distanze in miglia fra le varie località o stazioni di sosta. In particolare, la Clodia condivideva con la Cassia il primo tratto fino alla località La Storta da dove proseguiva, ricalcando in parte l’attuale strada Claudia-Braccianese, per scendere verso il lago di Bracciano e proseguire poi il suo percorso verso nord-ovest, attraversando i centri di Oriolo Romano, Barbarano Romano, Blera e Norchia per giungere a Tuscania, dove si può ancora ammirarne un bel tratto di basolato alle porte della città al quale è stata dedicata l’immagine di copertina del libro. L’antico asse viario, proseguendo verso nord-ovest, toccava successivamente i centri di Canino, Castro, Poggio Buco e Saturnia, ricollegandosi infine con l’Aurelia all’altezza di Cosa-Ansedonia, come testimoniato anche dalla stessa Tabula Peutingeriana. Ebbene, ciò che ne è scaturito da questo impegnativo lavoro, è stata innanzitutto una visione più chiara e dettagliata del tracciato dell’antica strada, frutto di un’indagine e di una verifica del percorso sui luoghi attraversati dall’asse viario concretizzatesi nella elaborazione di cartine topografiche esplicative con l’indicazione in legenda delle numerose testi-monianze che attestano il passaggio di detta strada. Tuttavia l’indagine archeologica non si è limitata soltanto ad indagare il tracciato della Clodia, ma è stata estesa anche alle a-ree geografiche interessate dal suo passaggio, con l’attestazione di nuove scoperte da considerare a tutti gli effetti, dei veri e propri contributi alla conoscenza del territorio. Come nel testo pubblicato nel 2013, anche in questo caso gli autori hanno corredato il libro con planimetrie dei luoghi, ricostruzioni grafiche di tombe e monumenti in genere, oltre a numerosissime immagini che aiutano il lettore ad interpretare meglio quanto descritto nel testo per avere una maggiore consapevolezza sulla consistenza e l’importanza del patrimonio storico-archeologico della Tuscia, in parte ancora da valorizzare, proteggere e trasformare in un richiamo, per un “turismo lento” che voglia immergersi e assaporate le mille bellezze che lo compongono.
GLI AUTORI
LUCIANO PROIETTI è nato a Bagnoregio vive a Viterbo . Laureato in Ingegneria civile alla Sapienza di Roma già presidente della Società Archeologica Viterbese “Pro-Ferento” attualmente ricopre la carica di presidente di Archeotuscia, interessandosi da oltre un quarantennio alla ricerca archeologica e ad attività finalizzate al recupero, alla tutela e alla valorizzazione del pa-trimonio storico-archeologico del territorio della Tuscia.
Ha inoltre curato e pubblicato insieme all’amico Mario Sanna i volumi Presenze archeologiche lungo la Via Publica Ferentiensis e le sue diramazioni (Viterbo 2007) e Tra Caere e Volsinii – La via Ceretana e le testimonianze archeologiche lungo il suo percorso (Viterbo 2013). Attualmente è autore di numerosi articoli di carattere archeologico sulle riviste Archeotuscia News, La Loggetta di Piansano e in altre pubblicazioni locali e on line.
MARIO SANNA è nato a San Martino al Cimino vive a Viterbo. Ex facchino di Santa Rosa, artigiano, restauratore ed ebanista di mobili antichi, è l’accompagnatore ufficiale delle escursioni di Archeotuscia, oltre ad essere stato cofondatore dell’Associazione e attualmente membro del Consiglio Direttivo.
Grande appassionato di storia antica, è coautore insieme all’amico Luciano Proietti dei volumi Presenze archeologiche lungo la Via Publica Ferentiensis e le sue diramazioni (Viterbo 2007) e Tra Caere e Volsinii – La via Ceretana e le testimonianze archeologiche lungo il suo percorso (Viterbo 2013) oltre a numerosi articoli pubblicati sulla rivista Archeotuscia News di carattere storico-archeologico. Profondo conoscitore del territorio di Viterbo e provincia, ha da sempre rivolto l’attenzione all’indagine archeologica che lo ha portato in alcuni casi ad effettuare importanti scoperte, prima fra tutte, la Tomba a Casetta di Sferracavallo presso Norchia.