Il piacere della scoperta di luoghi nuovi ed inaspettati e il piacere raffinato e senza tempo del mangiare e bere bene. Due forme di cultura che trovano il loro naturale connubio nel cosiddetto “turismo lento”, quello dai ritmi tranquilli che rifugge dalle inflazionate mete di massa per rivolgersi a borghi e località meno note, a territori – come la nostra Tuscia – in grado di offrire paesaggi meravigliosi e una ricca tavolozza di prodotti enogastronomici di eccellenza. Nell’assolata estate viterbese si svolgerà, dal 4 al 7 luglio nella centrale piazza dei Caduti, l’ormai consueto e attesissimo Festival gastronomico “Slow Food Village”, che riuscirà a coniugare sapientemente viaggio e cibo: il tema scelto per questa settima edizione è declinato infatti in chiave turistica: “Viaggiacibando. Il turismo enogastronomico, sostenibile, esperienziale e accessibile”, in accordo al tema del 2019, proclamato a livello nazionale come “Anno del Turismo Lento”. Quattro serate di golosi appuntamenti, laboratori, incontri, show cooking sotto le stelle e degustazioni, per assaporare letteralmente la nostra terra attraverso piatti prelibati, vino e birra artigianali, prodotti a chilometro zero. Slow Food Village, patrocinato tra gli altri dal Comune di Viterbo, dalla Regione Lazio e dalla Camera di Commercio, è stato presentato dagli organizzatori questa mattina a Palazzo dei Priori, alla presenza del sindaco Arena e degli assessori De Carolis e Mancini, del segretario della Camera di Commercio Francesco Monzillo, di Luigi Pagliaro presidente di Slow Food Lazio, dell’editore e fondatore del giornale enogastronomico, che porta il suo nome, Carlo Zucchetti. «Slow Food Viterbo è un’associazione culturale no profit, che promuove la cultura del cibo», ha esordito Luigi Pagliaro. «Il tema del cibo è da sempre di importanza centrale per l’umanità. L’agricoltura è allo stesso tempo causa e vittima di problematiche climatiche, ma possiede in sé la chiave per salvare il pianeta: se gestita in modo intelligente ed ecosostenibile può contribuire a tutelare l’ambiente». Proteggere e sostenere la propria agricoltura e ciò che produce, ma anche le tradizionali attività ad essa legate, è un modo per salvaguardare sia l’ambiente, sia le proprie radici e il proprio passato: «Il messaggio che vogliamo veicolare è quanto sia importante tutelare i nostri piccoli produttori e i prodotti locali; quanto sia importante la riscoperta di prodotti e sapori tradizionali che altrimenti andrebbero persi. A Slow Food Village approfondiremo il tema del turismo declinato in senso enogastronomico, che deve essere quindi rispettoso del territorio che lo ospita, ed accessibile a chiunque. Un turismo buono, pulito e giusto per tutti». «Il Festival è un’iniziativa importante che riesce a mettere in mostra la nostra migliore enogastronomia», ha aggiunto Francesco Monzillo. «Il concetto del turismo lento si sposa molto bene con il nostro territorio, che lo deve mettere tra le sue principali priorità, anche nella sua forma esperienziale, sempre più gettonata tra i visitatori, soprattutto stranieri. Abbiamo messo in catalogo oltre trenta imprese disposte a fornire il servizio di far provare esperienze agricole e artigianali ai turisti, e abbiamo ottenuto buoni risultati». Tra i collaboratori del Festival anche Debora Valentini, che ha curato l’aspetto dedicato ai più piccoli: «E’ importante che il rispetto per il cibo e la cultura ad esso legata comincino prima possibile: ci saranno perciò numerosi appuntamenti didattici per i bambini, come la preparazione della pizza, degli gnocchi fatti in casa, di formaggio e ricotta, di attività artigianali con il vimini e la lavanda». Il Festival Slow Food sarà un evento di portata nazionale: parteciperanno esperti ed espositori dalla Sicilia all’Emilia Romagna, pronti a mettere in campo tutte le eccellenze enogastronomiche che la nostra bella Penisola è in grado di offrire. Il Festival Slow Food inizierà tutti i giorni alle 18.30, con numerosi e vari appuntamenti fino a notte inoltrata. La partecipazione agli eventi è gratuita.
Slow Food Village, il cibo al centro del villaggio
di Donatella Agostini