“I Bemolli sono blu”: il coro “Musica Reservata” incanta il pubblico nell’abbazia di San Martino

Un’altra perla dal forziere dei “Bemolli sono blu” regalata la sera di sabato 12 ottobre da Roberto Ciafrei a un pubblico folto e piacevolmente sorpreso – con la prepotente complicità della chiesa cistercense di San Martino al Cimino – alla guida del coro polifonico “Musica reservata” che mette al sicuro il risultato di questa prima tornata del festival i cui preliminari sulla piscina di Terme dei Papi sono passati alla storia.

Una squadra di voci compatta, all’unisono dai bassi ai soprani, giovane e gioviale, con attacchi sincronizzati e ultime note sfumate tra gli echi delle crociere, impegnata a farci rivivere in chiave moderna le musiche ante e post Controriforma della Schola Romana che accompagnavano le solennità religiose di fine Cinquecento. Recupero prezioso e tanto più gradito  se guardiamo ai paesi di origine degli autori, Vallerano, Caprarola, Ronciglione, Soriano nel Cimino, tutti attivi tra il XVI e XVII sec., dai nomi familiari di Giovanni Maria Nanino, Ettore Bernabei, Paolo Agostini, Domenico Massenzio e Francesco Soriano.

Tra i tanti spartiti, poi ordinati e codificati  da Pier Luigi da Palestrina, ascoltiamo le colonne sonore di alcune funzioni al profumo d’incenso con temi accennati da una voce e poi imitati da altre, canoni a volte ferrei, contrappunti senza accompagnamento nel segno della tradizione polifonica pura o spezzoni di Messe (tra Kyrie, e Agnus Dei) come quello della “Missa Papae Marcelli  (il papa-lampo con soli 22 giorni di pontificato, 1555) fautore, peraltro, con il Concilio tridentino in corso d’opera,  di una migliore comprensione dei testi sacri durante l’esecuzione musicale. Francesco Soriano l’ha copiata da Pier Luigi da Palestrina. Secondo la sana consuetudine dell’amplificatio l’ha però amplificata con voci  aggiunte da 4 a 8, e secondo  quella altrettanto sana dell’emulatio l’ha superata in tecnica vocale. Ciafrei ha fatto toccare con mano ed udito le due versioni del Kyrie, eseguendo prima quello di Palestrina e poi quello di Soriano a doppio coro.

Un’ultima annotazione. Per combinazione divina, come sa fare la buona musica,  nell’Agnus Dei di Soriano è magicamente apparsa dalla monofora centrale dell’abside la luna piena, mentre rintoccavano le campane dell’antico orologio sulla torre.

Nella foto di Claudio Cavalloro il coro “Musica reservata”

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