«Il corpo di ogni uomo insegue la morte irresistibile, ma lascia dietro di sé una parvenza di vita che vive ancora: infatti questa sola ci viene dagli dei» (Pindaro, in Plutarco, Romolo, 28, 8)
Sulla via Amerina
E’ il più conservato tra i ponti della via Amerina, con un nucleo costituito da conglomerato cementizio e il rivestimento realizzato in opera quadrata a leggero bugnato.
I blocchi di tufo locale sono disposti, “di testa” e “ di taglio”, su filari alternati senza l’uso di malte leganti, perni o grappe metallici.
Nell’Ager Faliscus
Il sito della Via Amerina e della necropoli meridionale di Falerii Novi (seconda metà III secolo a.C.- III secolo d.C.), insieme ai resti monumentali della vicina città romana, rappresenta il più grande complesso archeologico del territorio a nord-est di Roma conosciuto come Ager Faliscus.
Dell’antica strada si conservano lunghi tratti lastricati ed imponenti infrastrutture tra le quali spicca per dimensioni e fattura il ponte in opera quadrata che attraversa Fosso Tre Ponti.
Realizzato tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I d.C., dal 1991 al 2017 è stato oggetto di successivi interventi di restauro da parte della Soprintendenza per completare il recupero del lato orientale e riportare questo monumento alla sua originaria, maestosa bellezza.
Una struttura robusta e massiccia
Sui massicci prospetti di facciata, rinforzati da quattro coppie di contrafforti, si apre un solo fornice con la ghiera a conci di tufo sagomati. Per conferire maggiore robustezza alla struttura i contrafforti più interni sono stati collegati all’imposta della volta da una fila di blocchi sporgenti che durante la costruzione sostenevano anche l’armatura in legno sulla quale poggiava la volta.
Sono andati perduti i parapetti e il lastricato stradale, quest’ultimo conservato in parte presso l’imbocco della tagliata viaria a sud del ponte.
Nel II secolo a.C.
Il monumento non sembra presentare interventi di restauro o rifacimenti posteriori alla costruzione databile intorno alla fine del II secolo a.C. o, al più tardi, in età augustea.
Foto Francesca Pontani.
Prossimo appuntamento il 6 febbraio, direzione Civita Castellana.
*Francesca Pontani – www.francescapontani.it – Archeologa del comitato scientifico del Museo Archeologico delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano. Egittologa, conoscitrice di lingue antiche come i geroglifici, la lingua sumerica e accadica, la lingua etrusca, lavora nel mondo del web. Nel blog e sul canale YouTube ArcheoTime sono visibili le sue camminate archeologiche on the road. Innamorata della comunicazione e della scrittura, guida i lettori di TusciaUP nella conoscenza del nostro territorio attraverso Tour di Archeologia in Tuscia.