Giulio Della Rocca sul Mercato a Viterbo: deve essere diffuso in più punti e a tema

Con la premessa: La mia città e la mia terra vanno amate e valorizzate. Basta strilli, il prof. Giulio della Rocca leva la sua voce sul Mercato che potrebbe essere.

“Solo qualche giorno fa, su questa testata e sui social non si parlava d’altro se non di mercato: dove metterlo, cosa vendere etc. Cento storico morto, centro storico chiuso e tutte le follie che sembrano uscire dalla pentola che senza gas acceso sempre bolle nella testa di tutti noi frustrati viterbesi. Vorremmo avere la bacchetta magica e risolvere tutto. Adesso gli ambulanti provano alzare la voce. Quando qualcuno o qualcosa succederà la pentola ribollirà.
Ma… decisione definitiva ponderata?

Ho letto con passione ed interesse tutti i commenti e tutte le proposte altrui. §un paio di settimane di letture interessanti. Lucio Matteucci, di Viterbo Civica, sembra particolarmente appassionato e grazie ad un suo post, credo, si sia arrivati a soluzione.
-1- Punto inamovibile. Tutti sembrano d’accordo che, purché resti al centro, si può spostare dal Sacrario. Passo in avanti;
-2- Un punto fortemente spinto è sulla selezione degli articoli in vendita. Ovviamente questo non dipende dal comune ne da noi ma da chi viene, paga l’occupazione del suolo pubblico e le tasse per vendere. Nessuna speranza qui;
-3- La novità che evince dai commenti è che il mercato dovrebbe essere suddiviso ma a tema: alimentare, vestiario, artigianale, prodotti locali, etc.
-4- Distribuzione dei mercati a tema in varie piazze, qualcuno addirittura cita piazza del comune, sempre permettendo il traffico.
-5- Esiste un fronte ambulanti. I mercati reagiscono male all’insicurezza. Serve un piano chiaro e per 5 anni, tutti si adatteranno. Chi non vuole può andare altrove.

Tante piazze, divise per tipologia, senza i furgoni che rovinano tutto. Prima delle 8:00, in inverno prima delle 9:00, ci si piazza e si porta il furgone al parcheggio. I mercati più belli ed organizzati. Mi sembra che questa sia una proposta eccellente e da sposare:
questo mercato s’ha da fare!
Anziché ghettizzarlo si valorizza. La competizione con chi ha lo stesso tipo di prodotto porta inevitabilmente ad alzare la qualità o abbassare i prezzi. Se vendono pomodori a destra e sinistra o compro i più belli o compro quelli che costano meno. Anziché punire qualcuno si da a tutti un mercato. Anche se la prima settimana una location dovesse avere pochissime bancarelle, ancora meglio: affari d’oro per chi ci crede. La mia città e la mia terra vanno amate e valorizzate. Basta strilli”.

L’esempio: nella foto il Mercato della stazione Termini a Roma, centralissimo.

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