Fellini 100: La voce della Luna, un film visionario che è riuscito ad anticipare il nostro millennio

La voce della Luna è un film del 1990 diretto da Federico Fellini. La pellicola, ultima regia del Maestro, è ispirata al romanzo Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni, e vede protagonisti Roberto Benigni e Paolo Villaggio.

Il prefetto Gonnella e il suo amico Ivo Salvini percorrono insieme la Pianura Padana, inseguendo sogni ed ascoltando la voce della Luna che si sente dai pozzi. Salendo su una scala all’interno di un cimitero, si scopre una botola che lo porterà a conoscere l’altra faccia del mondo.

In La voce della Luna è quasi impossibile raccontare una vera e propria trama, in quanto realizzato attraverso idee e suggestioni. L’ultimo film di Fellini è un grande contenitore dove si rincorrono realtà e fantasia. Il regista ricorre alla macchina da presa e al suo modo di Fare Cinema per lanciare un monito al mondo, ovvero l’importanza di liberarsi dalle catene sociali.

La vita attuale ha inevitabilmente messo in luce che sempre più siamo tentati dal perderci quella “voce della Luna”, un bisbiglio che solo i più matti, nel loro mondo silenzioso, possono percepire. Sta proprio qui la morale del racconto di Fellini: se ci impegnassimo a fare un po’ più di silenzio, forse riusciremmo a capire qualcosa.

In questo modo lo stesso Benigni chiude il film, lasciandoci con un’amara consapevolezza sul nostro chiassoso futuro.

Ma nonostante questo, la straordinaria recitazione di Benigni e Villaggio, le musiche inconfondibili e poetiche di Piovani, le suggestive scenografie di Ferretti e ovviamente la regia del Maestro, ci permettono di ascoltare, seppur per poco, la voce della Luna.

L’intera sceneggiatura è una forte critica verso tutto ciò che manipola gli esseri umani e che impedisce una vita autentica. Tra questi i media, come la televisione, ma anche il materialismo e la ricerca dell’effimero. Così ci mostra un personaggio psicopatico, capace grazie alla sua condizione di vivere in maniera autentica e senza catene. Un personaggio che non si lascia abbindolare dalla manipolazione dei media e della società stessa.

Federico Fellini si dimostra nuovamente un visionario e riesce pienamente ad anticipare il nostro millennio. La Luna, elemento misterioso di questa pellicola, arriva così ad indicare l’impossibilità di ogni uomo di capire la realtà. Una condizione che lo porterebbe, tra le altre cose, ad una vita colma di noia e infelicità.

Subito dopo questa rivelazione, Fellini stesso ci fa intuire una ricaduta sul pessimismo, mostrandoci come anche la Luna, declamando la pubblicità, sia al servizio di quella che ormai è considerata come una divinità: il medium televisivo.

Ovviamente il regista ci ricorda che, indipendentemente dalle nuove divinità che popolano la nostra attualità, esiste una via fatta di speranza. Il segreto per sopravvivere non sta nel capire veramente ciò che ci circonda, bensì nell’ascoltare in silenzio senza perdere di vista le proprie opinioni, e non adeguarsi a quelle proposte dalle masse.

Con La voce della Luna Fellini ci lascia un’incredibile eredità cinematografica. Il susseguirsi di critiche sociali, ma anche la semplice e immortale passione per il Cinema, diventano Arte. Il regista, nel corso dei suoi anni ha voluto raccontarsi e raccontare quello che lo ha circondato, attraverso maestose immagini che tutt’oggi ci accompagnano e ci ispirano.

Con quest’ultima pellicola Federico Fellini ha suggellato il suo amore puro per la Settima Arte, un sentimento che non potremo mai dimenticare.

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