«La quantità quest’anno, a causa della ciclicità del raccolto, non sarà elevata mentre fortunatamente conserveremo inalterata la qualità eccellente del nostro prodotto», ha dichiarato Fabrizio Pini, presidente di Italia Olivicola. Dal suo punto di vista «quest’annata dimostra, una volta di più, come non sia più rimandabile un Piano Olivicolo Nazionale che consenta di impiantare nuovi uliveti e recuperare quelli abbandonati». Per Piero Gonnelli, presidente di Aifo «la qualità del nostro olio sarà eccellente ma dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori. Siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani e dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera».
Ecco i numeri: le stime per la campagna appena iniziata prevede una raccolta di poco superiore a 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte a fronte delle oltre 366.000 tonnellate della scorsa stagione. A trascinare al ribasso le stime saranno, appunto, le regioni del Sud, da cui dipende gran parte della produzione italiana: evidente il calo della Puglia (-51%). Puglia che resta il polmone olivicolo nazionale con le 101mila tonnellate di prodotto stimate, pari al 44% della produzione italiana complessiva. Poi ci sono Sicilia e Calabria. Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%) e Abruzzo (-33%). Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia Romagna (+52%). L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità sempre di molto inferiori alle regioni a maggior vocazione olivicola, lo vince la Lombardia (+1727%). Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).
“Il settore dell’olio d’oliva ha evidenziato una buona capacità di tenuta alla crisi sanitaria”. Ha dichiarato Raffaele Borriello Direttore Generale dell’Ismea. Le previsioni per la campagna in corso sono di una flessione produttiva accompagnata però da un buon livello qualitativo del prodotto. La minore disponibilità di prodotto nazionale e la contrazione delle scorte stimata dalla Ue, potrebbero aiutare un recupero dei prezzi, fortemente penalizzati per tutta la campagna 2019-2020. Una rivalutazione dei listini dei nostri extravergini – ha concluso Borriello – passa anche attraverso una maggiore conoscenza e apprezzamento da parte del consumatore italiano del nostro patrimonio di oli di qualità. A questo scopo l’Ismea è impegnata in una campagna di comunicazione promossa dal Ministero delle Politiche agricole e che vedrà proprio in questi ultimi mesi dell’anno un grande dispiegamento di azioni e risorse per valorizzare presso il grande pubblico questo prodotto simbolo del Made in Italy”.
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