L’ultimo Paradiso, il film con Riccardo Scamarcio una storia di lotte e amore

di Nicole Chiassarini

L’ultimo Paradiso è un film diretto da Rocco Ricciardulli, nato da una collaborazione tra Netflix e Mediaset. A trainare il film è la presenza di Riccardo Scamarcio come protagonista, ma anche coproduttore della sceneggiatura.

La pellicola si svolge in Puglia alla fine degli anni ’50. Ciccio Paradiso è un ribelle che non si piega davanti a nessuno. Ha moglie e figlio ma è innamorato di Bianca, con cui ha una relazione intensa e passionale. Bianca però è la figlia di Cumpà Schettino, un proprietario terriero che sfrutta i suoi braccianti. Ciccio, che non sopporta le prepotenze e le sopraffazioni, incita i braccianti a ribellarsi. L’esplosione fra i due non tarderà ad arrivare, e avrà conseguenze tanto estreme quanto inevitabili.

Il regista si è ispirato a una storia vera per dar vita a questo progetto che ci porta nell’arretrato Sud rurale del dopoguerra. Qui chiusura mentale e patriarcato fanno da sfondo a una storia di braccianti sfruttati, costretti a lavorare come muli per i proprietari terrieri, detentori di un potere mafioso che gode della copertura delle istituzioni.

La pellicola racconta una storia di possesso, ma anche di tradizione, all’interno della quale si mescolano sentimenti, lotte di classe, ingiustizie e delitti. Qui lo spettatore può ripercorrere tutta la lotta dei contadini degli anni ’50, potendosi immergere nei pensieri rivoluzionari del suo protagonista e nei sentimenti per la propria amata.

Il film è godibile, tratta di temi universali e che, purtroppo, si ripresentano anche nei giorni nostri. Il fatto di cronaca alla base del film viene dai racconti di famiglia del regista. Si tratta di una denuncia del potere dei latifondisti, seppur reso troppo poco evidente.

Il problema de L’ultimo Paradiso è che come molti altri tentativi non riesce veramente ad abbandonare le classiche logiche da soap tipiche della fiction popolare italiana. In più risulta troppo ammirato dall’orizzonte agricolo e familista tradizionale pugliese per metterne davvero in discussione le fondamenta patriarcali, una tematica che il regista vorrebbe denunciare.

Le riprese vengono estetizzate nella fotografia a tal punto da sembrare uno spot pubblicitario della campagna pugliese. Per questo motivo non riesce davvero a dare vita al progetto sperato da Ricciardulli, ovvero quello di legare i destini dei braccianti degli anni ’50 a quello di chi anche oggi purtroppo subisce lo sfruttamento.

Il finale de L’ultimo Paradiso presenta un colpo di scena inaspettato dove si scopre tutta la verità. Purtroppo però non riesce del tutto a rendere la pellicola un prodotto lodevole. Sicuramente sotto certi aspetti è godibile, per quanto i temi trattati vengono proposti con grande intensità.

L’ultimo Paradiso è un tentativo di discostarsi dai canoni cinematografici e televisivi italiani. Ma la crisi creativa della società di produzione e distribuzione controllata dal gruppo Mediaset non ha aiutato nell’intento, dandoci un prodotto che si discosta dal target della piattaforma Netflix, ma che sicuramente trova riferimento nel pubblico abituato alle produzioni di questo genere.

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