“Sto ferma un giro… e canto” di Giovanna Rossiello. Il racconto in più atti in cui la Tuscia diventa perno

di Luciano Costantini

Dal personale all’universale. Passaggio ardito, al limite dell’immaginabile. Ma possibile percorrendo senza tentennamenti e con determinazione la pur tortuosa strada della Solidarietà. Ecco la prima riflessione che scatta nella testa (la mia, almeno) un attimo dopo aver chiuso l’ultima pagina dell’intenso reportage dell’anima di Giovanna Rossiello, giornalista, autrice e conduttrice Rai. Laureata in lingue, esperienze di lavoro in Inghilterra, Germania, Bologna, Milano. Poi una vita trascorsa nella galattica (per quanto impersonale) sede di Saxa Rubra. Un presente e un futuro nella più discreta e avvolgente Barbarano Romano, pochi chilometri da Viterbo. “Sto ferma un giro…e canto”, un racconto in più atti, per le stampe di Aletti Editore, è un titolo vagamente e variamente interpretabile solo in copertina. Chiarissimo a fine lettura. Il libro è un flashback di una esistenza, ripercorsa insieme alla sua amica Nina, che altri non è che la figura stimolante e magari provocatoria della stessa autrice. Dal mitico ponte berlinese di Lili Marleen al romanissimo Ponte Milvio, dalla amata ma dispersiva e dispersa Capitale al banco di frutta e verdure di Nazareno a Vetralla, dalle speranze suscitate dal crollo del Muro nella capitale tedesca alle piacevoli giornate trascorse alle pozze termali delle Masse di San Sisto, un tiro di scoppio da Viterbo. La piccola, intimissima Tuscia che diventa il perno su cui far ruotare il cambiamento dei canoni, degli stili, delle abitudini di vita universali, ritenuti finora immutabili. Il Covid può, dovrebbe essere, l’opportunità storica per cambiare e costruire una società diversa, basata su un rapporto profondo ed empatico assolutamente solidale. Quasi una rivoluzione cosmica che deve nascere dai sentimenti e non dai tornaconti. Le ultime righe del libro di Giovanna sono un condensato del suo pensiero: “…Insieme dobbiamo capire come affrontare questi temi contribuendo alla nascita di una società e di un modello economico in cui la produzione di beni e i consumi avvengano secondo la logica della conservazione delle risorse naturali, contro lo spreco, la dissipazione e la mentalità dell’usa e getta indiscriminato”. Sì, fermiamoci a riflettere e ripartiamo con uno spirito tutto nuovo. Scrive, appunto, Giovanna… “Sto ferma un giro…e canto”.

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