“Ricordo, era un primo pomeriggio d’estate, io e mio marito Romano eravamo appisolati in terrazzo sulle rispettive sdraio. Ci svegliammo insieme. A rompere il silenzio e a farci riaprire contemporaneamente gli occhi non era stato mica un colpo improvviso schioccato da chissà dove, ma il battito d’ali di una farfalla”. Non è l’incipit di una favola di altri tempi, ma un momento di vita vissuta da Giovanna Rossiello in un posto magico – questo sì da favola – che si chiama Barbarano Romano, dove ci si può risvegliare al delicato volo di un meraviglioso insetto. Giovanna Rossiello già trenta anni or sono aveva eletto Barbarano come luogo in cui vivere. Una scelta per lungo tempo impossibile da coniugare con gli impegni di lavoro, ma il sogno da qualche anno è diventato realtà.
“Conoscere Barbarano è stato autentico colpo di fulmine”, spiega Giovanna, giornalista e conduttrice Rai in pensione, e che di paesi, di genti, di situazioni ne ha conosciuti nella sua lunghissima carriera scivolata tra Inghilterra, Germania, Milano, Bologna sempre inseguendo, anzi perseguendo con determinazione quel valore essenziale che si chiama “solidarietà”. “Di cui oggi più che mai c’è tanto bisogno”, sottolinea anche nel suo ultimo libro “Sto ferma un giro…e canto”. “Dopo il Covid – insiste – dobbiamo fermarci a riflettere per ripartire e costruire una società diversa nella quale il perno della crescita non sia più il consumismo, ma la solidarietà”. A Barbarano, Giovanna, ha trovato quello che lei definisce “il posto dell’anima”.
…ed è stato, appunto, un colpo di fulmine…
“Sì una trentina di anni fa. Mio marito Romano mi invitò a fare un giro in questa terra, tra Barbarano e Vico Matrino, che gli aveva fatto conoscere suo nonno, un commerciante ambulante. Ci arrivai, lo ricordo benissimo, il giorno della sagra della lumaca. Immagini nitide, indimenticabili, forse però l’amore nacque con il profumo della mentuccia che insaporiva i piatti e si è fatto più intenso con gli anni”.
Dal profumo al desiderio di mettere radici il passo deve essere stato breve e naturale…
“Così è stato, in effetti. Io e mio marito trovammo casa poco prima della Ripa. Be’ casa? Non esattamente. Una stalla, più che altro. Era circondata da un ricovero per i conigli, uno per i maiali, un pollaio, un angolo per un cavallo. Vi nidificava perfino un gufo reale. Tutto però sprigionava una energia magica, pazzesca. E poi c’era, c’è sempre, il fascino infinito e quasi inebriante degli Etruschi che qui a Barbarano avevano un centro di assoluta rilevanza. Dopo gli Etruschi, i Romani, oggi c’è il Parco Marturanum che è un tesoro autentico di questa terra”.
Non le mancano Berlino, Londra, Milano, Bologna, Roma, la Rai?
“Proprio no. Qui vivo stabilmente ormai da otto anni e qui ho trovato un ambiente unico che si coniuga alla perfezione con la mia filosofia di vita. Leggo molto, frequento un meraviglioso gruppo di amici i quali, come me, hanno fatto una scelta di vita precisa. Qui ho scoperto e coltivo quella serenità che mi fa recuperare energia e mi offre la possibilità di rimettere in fila i miei pensieri”.
Insomma, non soffre di solitudine.
“Per niente. Tutt’altro. Questo è un paese che sa come coccolarti e in casa non mi annoio anche perché ne ho una cura particolare. A pochi metri di distanza posso godere di una vista unica, certo assai diversa da quella che ho trovato quando sono arrivata: era un groviglio inestricabile di rovi, arbusti selvatici, erbacce, rifiuti di ogni genere. Praticamente era un cosiddetto butto. Cioè una discarica. Oggi, dopo tante cure, il luogo è molto diverso e ne vado orgogliosa. I turisti lo prendono da sfondo per le loro fotografie e il sindaco ci ha conferito un premio che è un chiaro attestato di benemerenza”.
E Barbarano non poteva evidentemente essere un luogo migliore per “star ferma un giro…e cantare”, come recita il titolo del suo libro…
“In effetti, la pandemia ci può dare, ci deve dare, l’opportunità di riflettere e ricominciare con uno spirito del tutto nuovo. Barbarano, ancora dopo trenta anni di indissolubile legame, mi ha dato la forza di ripartire”.