“Facciamoci promotori dell’ecologia integrale proposta da papa Francesco. Come cristiani sappiamo che tutto è connesso”. È l’appello dell’arcivescovo titolare di Montefiascone Fabio Fabene, nella chiesa di Santa Margherita, in occasione della messa trasmessa da Rai 1 in diretta il 27 giugno dalle ore 10.55, a conclusione della prima edizione del Festival dell’Ecologia Integrale di Montefiascone, organizzato dall’associazione Rocca dei Papi per una ecologia integrale, di cui è presidente.
La celebrazione si è svolta nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. Accanto all’arcivescovo Fabene, don Luciano Trapé e don Domenico Bandini. Il servizio liturgico è stato prestato dai ministranti della parrocchia guidati da don Marco Del Canuto. I canti sono stati eseguiti dalla corale parrocchiale diretta dal maestro Roberto Aronne, mentre il maestro Leonardo Gialletti ha suonato l’organo.
“In questi giorni festosi di incontri e convegni”, ha affermato l’arcivescovo titolare di Montefiascone Fabene, nell’omelia a commento del passo del vangelo di Marco sulla guarigione dell’emorroissa e della resurrezione della figlia di Giairo, “ci siamo resi consapevoli della nostra responsabilità di custodire e coltivare secondo la missione di Dio la nostra terra, la nostra casa comune, la nostra sorella e madre come ha cantato San Francesco nel Cantico delle Creature”.
Nella certezza che il creato rifletta l’infinita sapienza e bontà di Dio “non basta salvaguardare l’ambiente – ha aggiunto il segretario della Congregazione delle cause dei santi -, se non promuoviamo la giustizia sociale rispondendo al grido della terra e a quello dei poveri. Vogliamo farci promotori di quella ecologia integrale proposta da papa Francesco, in quanto come cristiani sappiamo che tutto è connesso. Per questo l’ambiente degradato, inquinato, distrutto ha ripercussioni sulla convivenza sociale. Ogni lesione della solidarietà e della giustizia provoca danni ambientali”.
Inevitabile un riferimento al covid, che sta causando una gravissima crisi sanitaria, sociale ed economica. “La pandemia ci sta facendo comprendere che dobbiamo ripartire riallacciando i legami tra di noi, consapevoli che abbiamo tutti la stessa origine. Ogni uomo è mio fratello – ha sottolineato monsignor Fabene -. Dio non ci ha posto come padroni della natura ma come custodi, vivendo in piena armonia con essa. Dobbiamo riscoprire lo stupore che Gesù stesso mostrava verso i fiori del campo e gli uccelli del cielo. Dobbiamo, infine, riallacciare i rapporti con Dio che si fa presente in noi, nei sacramenti, in cui la natura assunta da lui è trasformata in mediazione della vita soprannaturale e di grazia”.
Infine, un’esortazione. “L’eucarestia che stiamo celebrando – conclude l’arcivescovo titolare di Montefiascone – ci spinge a impegnarci per la promozione della dignità di ogni uomo e a prenderci cura dell’ambiente offerto simbolicamente a Dio, nei doni del pane e del vino”.
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