Non ricordo esattamente come è nata l’idea di partire ma ricordo che non c’era cosa al mondo che io potessi desiderare di più lo scorso anno. Dopo alcuni mesi a contatto con gli studenti americani e l’ufficio USAC, avevo perfettamente compreso la qualità dei programmi offerti e la grande opportunità per noi di farne parte. Avevo visto il duro lavoro dietro a un semestre, avevo vissuto nel backstage abbastanza a lungo per notare la precisione e la prontezza con cui ogni dettaglio del programma viene studiato e messo in atto. Ero rimasta affascinata dai racconti dell’esperienza di tanti studenti che avevo incontrato e non vedevo l’ora di poter raccontare la mia. Aspettavo la pubblicazione del bando come se stessi aspettando l’amore.
Dovevo scegliere una destinazione. Perché una sola? Io avrei voluto sceglierle tutte! L’ 80% di me stessa avrebbe scelto il Brasile, la Cina o l’India, il restante 20% era la mia parte razionale, e ho scelto con quella. Volevo studiare spagnolo, volevo studiarlo in un posto di mare ma non volevo andare troppo lontano: Alicante era perfetta.
Avevo già visitato la Spagna, non mi aspettavo inconvenienti, ma era la prima volta che andavo da sola. Nei mesi precedenti la partenza ci erano state fornite tutte le informazioni necessarie al primo impatto, informazioni utili principalmente per gli studenti americani ma anche per noi. Accoglienza voto 10 e lode. Era proprio come immaginavo, tutto quello che lo staff di Viterbo faceva per gli studenti lì, veniva fatto per noi qui.
L’appartamento aveva un terrazzo con vista mare, le coinquiline erano le più tranquille che si potessero desiderare, i corsi avevano degli orari socialmente accettabili e il campus era enorme e attrezzato di tutte le comodità. L’unica cosa che mi è dispiaciuta è che, essendo luglio, non era facile incontrare studenti locali. Era la prima volta che dovevo provvedere da sola a tutto, ho scoperto che tante cose che a casa, con la mia famiglia, davo per scontate non lo erano (chi aveva mai comprato il sapone per la lavatrice?) e che dividere la casa con altre persone non è facile ma ci si abitua. Mancava una buona moka ma ho imparato ad apprezzare il caffè americano.
Studiare e poi uscire per tentare di farsi capire al supermercato era quasi divertente! Studiare la lingua e praticarla nel quotidiano è veramente il metodo più efficace di apprenderla. I primi giorni mandavo avanti Elena per parlare spagnolo, io facevo solo qualche tentativo. Alla fine del programma non avevo più bisogno di qualcuno che traducesse per me, ero in grado di capire e farmi capire, in un mese!
Non mi è mancata per niente l’Italia, scegliere la Spagna è stata una scelta saggia: ottimo cibo, bella gente, clima fantastico, tantissime cose da fare e da vedere, non sono solo leggende. Non fosse per il lavoro che avevo temporaneamente lasciato, non sarei tornata prima di Ottobre. Lo rifarei ancora, sempre.
Anche se non ho stretto legami con i ragazzi come mi è capitato di fare qui, e questo un po’ mi dispiace, è stata un’esperienza unica che mi ha permesso di imparare tante cose ma anche di divertirmi, di rilassarmi e di riflettere. Ho anche imparato a cucinare (qualcosa)! Di tanti viaggi fatti questo si merita un pezzetto di cuore a parte.
Maria Chiara Ciarrapico, 22 anni, studia Scienze della Comunicazione, è partita grazie a un bando USAC
USAC http://usac.unr.edu/
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