Si può dare una forma a un pensiero? Evidentemente sì. Basta avere le mani d’oro, come si diceva una volta. E le mani d’oro sono quelle degli artigiani nelle loro botteghe.
Un saggio di questo saper fare, che scova le sue origini nei secoli passati e che, secondo tradizione, si è sempre tramandato di padre in figlio, lo sta dando in questi giorni la mostra concorso, organizzata dalla Cna di Viterbo e Civitavecchia, dal titolo “Forme e colori nella terra di Tuscia”, inaugurata questa mattina (29 aprile) e che rimarrà aperta fino a domenica 15 maggio presso il Centro culturale di valle Faul, gentilmente concesso dalla Fondazione Carivit.
Dopo un breve saluto rivolto ai presenti dalla segretaria della Cna Luigia Melaragni, la quale ha ricordato come questa mostra indichi soprattutto una ripartenza che fa seguito a due anni di stop dovuti alla pandemia, il ruolo dell’artigianato è stato messo a fuoco dal presidente dell’associazione territoriale di Viterbo e Civitavecchia Alessio Gismondi. “Gli artigiani – ha detto – sono i fautori della bellezza, che poi è quella che garantisce anche il turismo. Non si può vivere senza bellezza e questo concetto lo si avverte soprattutto in Italia, che di bellezze ne è strapiena. L’artigianato – ha proseguito – è una tradizione che vive da secoli, ma dalla quale purtroppo ci stiamo distaccando, giacché nelle nostre botteghe non c’è più quel ricambio generazionale che è l’unica garanzia per il futuro. Il mio appello quindi è quello di non abbandonare la cultura dell’artigianato, che è anche scuola di vita. Insomma, la bellezza ci salverà”.
Parole di supporto sono venute anche dall’assessore regionale Alessandra Troncarelli, la quale ha sottolineato come le istituzioni abbiano il compito di ascoltare e recepire le esigenze del territorio per poi elaborare progetti e raggiungere gli obiettivi prefissati attraverso la concertazione. “La Regione – ha detto – ha appena varato un bando di 15 milioni di euro per fare rete di impresa. Ovverosia per mettere a sistema le varie attività produttive, potenziando anche l’artigianato. Un modo questo per ravvivare i centri storici, oggi colpiti dalla crisi a causa dei negozi chiusi per la pandemia”.
Poi il rituale taglio del nastro e la visita alla mostra, che raccoglie i lavori di ben 35 espositori. Si possono ammirare le cose più svariate: dagli oggetti in ceramica agli abiti, dalla gioielleria ai dipinti e ai mosaici (ce n’è uno molto originale fatto con tappi di bottiglia in plastica).
La mostra concorso è divisa in due sezioni: una, riservata alle imprese artigiane del territorio, e l’altra agli studenti dei licei artistici del Lazio. Una giuria di esperti esaminerà le opere in concorso e proclamerà i primi tre classificati in ciascuna sezione.
Ultima chicca: nel periodo di apertura della mostra sono programmati vari laboratori destinati a chi vorrà cimentarsi in questa attività artistica. Si potrà lavorare con il legno, il vetro, la ceramica, rilegare libri e quant’altro. Tutto per poter acquisire, con le dovute cautele, quelle famose mani d’oro capaci di dare forma a un pensiero.