Avventure in famiglia/ Cosa fa la differenza tra civili e zozzoni

di Arnaldo Sassi

Avventure in famiglia

Quella mattina Antonio aveva un diavolo per capello. Seduto in salotto, con la sigaretta accesa, stava leggendo avidamente un piccolo opuscolo che aveva trovato nella cassetta della posta e, di tanto in tanto, infilava imprecazioni a raffica, tanto da far invidia al calendario gregoriano.

“Antò, ma che t’è preso stammattina? Sembri proprio ‘n cane rabbioso che nun trova pace…” gli disse Barbara la quale, nel frattempo, stava armeggiando con l’aspirapolvere.

“M’è preso che qui ce vorrebbe de ‘mparà a memoria l’enciclopedia Treccani pe’ venì fora da ‘sto guazzabuglio” replicò l’uomo.

“Ma de quale guazzabuglio parli?” chiese a quel punto la donna incuriosita.

“Sto a legge – continuò Antonio – er libretto che c’ha mannato ‘r Commune su la raccolta de la monnezza. E la plastica de qua, e la carta de là, er vetro da ‘n antra parte, e l’ummido pe’ conto suo. Qui me sembra ‘na Babbilonia…”.

“Sarà puro ‘na Babbilonia, come dici tu – lo rimbrottò Barbara – ma è ‘na cosa che s’ha da fa’ se volemo sarvà l’ambiente. Sennò la monnezza prima o poi c’arriverà fino ar collo. Già ‘r monno è ‘nquinato da morì pe’ tutte le zozzerie che ce so’ state buttate ‘n passato. Mo avemo da cambià de brutto, se volemo preservà ‘r pianeta e lasciallo decente a fiji e nipoti…”.

“Sì, so’ d’accordo – rispose Antonio – però qui sembra de esse ritornati ar Rischiatutto. Presempio, l’imballaggi de la carne che compri ar supermercato, ‘ndo’ li butti? E le lampadine furminate? E li piatti e le tazzine rotte?  Te l’ho detto Ba’, qui adè ‘na Babbilonia…”.

“Ce vole solo ‘n po’ de pazzienza – riprese la donna – e documentasse come se deve. In quer libretto ce so’ le risposte a tutto. Presempio, l’imballaggi de la ciccia vanno ne la plastica, le lampadine, li piatti e le tazzine de ceramica nell’indifferenziata. Se invece so’ de plastica tocca de fa’ attenzione: quelli biodegradabbili vanno nell’umido, quell’antri ne la plastica. Chiaro, no?”.

“Ma che chiaro!” sbottò Antonio sempre più alterato. “Te l’ho detto che qui è ‘na Babbilonia!”.

“Antò, aripija fiato – disse a quel punto Barbara con aria comprensiva – e stamme a sentì”. La donna si mise seduta e attaccò: “Si nun famo così, ortre a fa’ ‘n danno ar pianeta, rischiamo puro de annà ‘ncontro a quarche brutta sopresa. Lo sai c’adè successo l’antro giorno a Treviso?”.

“No, nu’ lo so” rispose l’uomo.

“Adè successo – riprese Barbara – che quattro bell’imbusti, dopo avè comprato scarpe e borze firmate e avè speso quasi 1.300 euri, hanno buttato le buste e le scatole sur bordo de la strada…”.

“Beh, così me sembra troppo…” commentò Antonio.

“Sì – continuò la donna – ma ‘r mejo viè adesso. Perché li furbetti (se fa pe’ dì) drento le scatole c’hanno lasciato puro li scontrini. E così li Vigili urbani so’ risaliti prima ar negozio e poi a loro”.

“E allora?” chiese a quel punto l’uomo.

“E allora – concluse Barbara – je so’ annati a bussà a casa e j’hanno fatto ‘na murta de 600 euri”.

“Beh, je sta bene. Però, mo tocca guardà la differenza su tutto e su tutti” commentò Antonio.

“Soprattutto su le perzone…” replicò Barbara.

“Che voi dì?” chiese l’uomo.

“Che tocca da distingue tra quelli civili e li zozzoni, che dell’ambiente nun je ne frega gnente…” sentenziò la moglie.

“Ah, vabbé” disse ancora Antonio. “Ma li zozzoni ‘ndo li buttamo? Nell’indifferenziata?”

Barbara non rispose alla provocazione. Si alzò dalla poltrona e andò in cucina, pensando tra sé e sé che talvolta il silenzio fosse davvero d’oro.

 

(Prossimo appuntamento il 19 maggio)

 

Sinossi

“Avventure in città” era uno storico appuntamento quotidiano della Cronaca di Roma del Messaggero del secolo scorso, scritto da Giancarlo Del Re, giornalista del quotidiano romano, ma anche scrittore, umorista, sceneggiatore, paroliere e creatore di serie televisive.

       

Arnaldo Sassi, che con Del Re ha lavorato durante la sua permanenza romana dal 1979 al 1991, ha voluto riprendere a modo suo questa rubrica per rendere omaggio all’amico e collega e per rinverdire il ricordo di una delle più seguite rassegne giornalistiche pubblicate all’epoca dal Messaggero.

 

Il disegno di copertina è stato realizzato da Francesca Maurizi di Arte in Bottega

 

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