Asl Viterbo e Roma 4, firmato accordo per una Rete interaziendale per la gestione delle patologie del sistema nervoso centrale e periferico

di Luciano Costantini

Il Covid, al di là del dramma personale e collettivo, ha aperto finalmente gli occhi sulla realtà sanitaria del Paese e dunque anche della Tuscia: qualunque emergenza, sia essa epidemica o episodica, non può essere più problema singolo, ma va affrontata attraverso un sistema sinergico che metta insieme risorse professionali e tecnologiche. Serve un vero e proprio network che, in tempi più o meno lunghi, possa rendere l’intero comparto sanitario più efficiente e meno dispendioso. Questa, in sostanza, la filosofia che ha ispirato e già reso operativo l’accordo tra la Asl di Viterbo e la Asl Roma 4, sottoscritto dalla direttrice generale di Belcolle Daniela Donetti e dalla collega romana Cristina Matranga, alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. Nel caso specifico, si tratta della costituzione di una Rete interaziendale per la gestione delle patologie del sistema nervoso centrale e periferico. Cioè professionisti e tecnologie chiamati ad operare nella stessa squadra al servizio del cittadino. Non per niente l’accordo fissa anche logisticamente l’area di intervento, tra gli ospedali di Viterbo e Civitavecchia, con il supporto di Bracciano. E’ il classico segno plastico del “fare squadra”. E, infatti, l’intesa nel settore delle patologie del sistema nervoso, è un primo passo verso il progressivo ampliamento ad altri rami dell’assistenza ospedaliera integrata. “Dobbiamo abbattere i muri aziendali per concentrare l’attività assistenziale, puntando su tre parametri fondamentali: la sicurezza, la sostenibilità, la qualità”, ha sottolineato la direttrice Donetti. Il triangolo sanitario Viterbo-Civitavecchia-Bracciano, in effetti è già operativo da qualche tempo, ma l’incontro tra i vertici della Asl viterbese e di quella di Roma 4, è servito a mettere nero su bianco l’impegno di tutti rispetto a un programma a lunga gittata che prevede una crescita progressiva degli standard regionali. L’obiettivo finale, secondo l’assessore D’Amato è quello di “migliorare i servizi, trasferire le buone pratiche tra i nostri professori verso un sistema sanitario futuro che non può che essere interconnesso”. L’ospedale locale, come cattedrale di territorio è concetto superato: una buona sanità è costituita da una rete integrata di risorse umane, tecnologiche e finanziarie.

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