Lui è uno che ai primati ci è abituato. Soprattutto nel campo che gli piace di più: quello del calcio. Lo testimoniano i successi ottenuti in passato, quando è stato alla guida del Grosseto e della Viterbese. Ma ai primati non rinuncia mai. Anche come sindaco, visto che da svariati anni è primo cittadino del suo comune natìo, Grotte di Castro.
Lui è Piero Camilli, 72 anni, imprenditore agricolo di successo, ma anche ottimo amministratore, come dimostra il riconoscimento ottenuto, nell’ambito del Pnrr (il cosiddetto Piano nazionale di rinascita e resilienza, di cui si sente parlare tutti i giorni sui media), risultato primo nel Lazio su un totale di circa 2.800 candidature in tutta Italia, ottenendo un finanziamento di un milione e 600 mila euro.
Un progetto, quello presentato dall’amministrazione grottana, dal titolo “Scenari nuovi per borgo e territori antichi. Una comunità immagina il suo futuro”, che dovrà essere portato a termine entro il 31 dicembre 2025 e che rivoluzionerà certamente l’equilibrio paesaggistico, nonché socio- economico di tutto il territorio.
Il progetto si concerta su vari temi fondamentali: si va dal paesaggio naturale, a quello storico urbanistico, all’archeologia etrusca, ai beni culturali legati all’acqua, all’identità e all’economia locali. Tutti obiettivi da raggiungere attraverso il recupero di alcuni edifici e spazi pubblici urbani ed extra-urbani, la definizione di percorsi ciclo-pedonali di collegamento tra il borgo antico e le sponde del lago, l’avvio di un processo di rigenerazione urbana e culturale con il coinvolgimento attivo della comunità locale, l’applicazione di una strategia di comunicazione e promozione del territorio, la valorizzazione dei beni e delle reti culturali presenti.
Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito da parte di Camilli a tutto lo staff che ha redatto il progetto, l’iniziativa è stata illustrata in tutti i suoi particolari dall’architetto Emanuela Todini, coordinatrice del gruppo di lavoro.
Sono previsti, in particolare, interventi edili su edifici comunali e aree urbane della stessa pertinenza, con particolare riguardo al superamento delle barriere architettoniche. Rientrano in questo quadro la qualificazione della biblioteca comunale e del museo “Civita”, l’allestimento di un ufficio turistico, la realizzazione di una Casa della Comunità negli spazi dell’ex museo. Per quanto riguarda invece la valorizzazione del patrimonio della cultura immateriale sono in programma convegni nazionali e internazionali sull’acqua e lo sviluppo di contenuti digitali da impiegare nella strategia di valorizzazione delle aree museali ed archeologiche etrusche. Non è sfuggito anche un nuovo modello per l’accoglienza turistica e lo sviluppo locale, da realizzare in sinergia con aziende agricole del luogo in modo da realizzare veri e propri circuiti virtuosi. Quanto alle infrastrutture si è pensato al recupero del percorso urbano del lato nord della rupe, alla realizzazione di un percorso extra-urbano delle necropoli, e allo sviluppo di prodotti digitali per la fruizione del museo Civita.
Il progetto prevede anche un settore dedicato a iniziative per l’incremento dell’attrattività residenziale e contrastare l’esodo demografico, attraverso il coinvolgimento della comunità locale e l’implementazione di di strumenti organizzativi utili ad avviare un percorso di gestione autonoma dei processi di rigenerazione.
Infine, un bel piano di marketing per diffondere quanto più possibile le bellezze del luogo e la possibilità di poterne godere.
Il progetto è già partito nel mese di ottobre e già nella prossima primavera alcune attività in essere potranno avere visibilità pubblica.
“Sarò sindaco ancora per un anno e mezzo – ha concluso Camilli – e spero di veder realizzato almeno in parte questo progetto. Poi lascerò tutto al mio successore”. Già, ma chi ci crede?