Emporio solidale: quello che lotta contro la povertà

Povertà addio? Qualcuno (senza fare nomi) tempo fa ha provato a dirlo, ma – pur se le intenzioni erano senza alcun dubbio buone – la realtà si è evidenziata in modo molto diverso. Anche a Viterbo. Dove però da circa cinque anni esiste una specie di ciambella di salvataggio chiama Emporio Solidale. Si trova in piazzale Porsenna, al quartiere Santa Barbara, ed è un mini market dove si può andare a fare la spesa gratis. Prelevando generi alimentari, prodotti per l‘igiene personale o per la pulizia della casa. Insomma, il minimo che serve per andare avanti, ovviamente dedicato a chi proprio non ce la fa.

Il market è gestito da una cinquantina di volontari, ma il maestro di cerimonie in tutti i sensi è Domenico Arruzzolo, 65 anni, ex ufficiale dell’Aeronautica Militare, instancabile faticatore, ma soddisfatto dei risultati fino a oggi ottenuti. ““Viterbo, al di là di ogni speranza, si è dimostrata una città unita e solidale. Soprattutto quando è scoppiata l’emergenza Covid e, subito dopo, il conflitto in Ucraina. I viterbesi hanno saputo rispondere alle accresciute esigenze di persone in difficoltà. La povertà al giorno d’oggi si è ramificata sempre più. Sembra invisibile, ma colpisce molte famiglie e incide soprattutto sulla vita dei più piccoli”.

Poi Arruzzolo riprende fiato e snocciola qualche numero: “In cinque anni abbiamo sostenuto 741 famiglie e 2.089 persone. Abbiamo creato anche tre orti solidali, consegnati a quattro famiglie per il loro fabbisogno. Ma la nostra attività non si ferma solo al cibo. Ci occupiamo anche di sport, del doposcuola e della musica per i ragazzi, con un progetto di violino”.

Al volontariato ci è arrivato per caso. Anzi, per merito della moglie, che – a piccoli passi – l’ha introdotto nella onlus ‘Viterbo con amore’, da cui poi è nato l’Emporio Solidale.

“Sì – dice Arruzzolo – l’Emporio non ha una veste giuridica. E’ un’emanazione di ‘Viterbo con amore’ (di cui lui è presidente, ndr). Ha preso il via nel 2016, perché si voleva dare a questa associazione un’identità più precisa e soprattutto perché si usufruì di un bando della Regione Lazio per le start up, che ci fece avere ben 83 mila euro. I locali invece, ce li ha concessi il Comune (il sindaco era Leonardo Michelini, ndr) in comodato d’uso gratuito. E ha cominciato a funzionare nel 2018”.

Martedì scorso l’Emporio Solidale ha festeggiato i suoi primi cinque anni di vita con una manifestazione in pompa magna svoltasi alla valle di Faul, dove sono stati sciorinati tutti i numeri relativi al bilancio dell’anno precedente. Un bilancio tutto al positivo per una città come Viterbo, “dove i poveri esistono e – come sottolinea Arruzzolo – spesso sono invisibili. Perché se hai uno stipendio di 1.200 euro al mese e hai una famiglia con un figlio oggi non ce la puoi fare”.

Per accedere all’Emporio bisogna presentarsi nella sede di via Porsenna, sostenere un colloquio con i responsabili e avere un Isee inferiore ai 6.000 euro. “Attualmente – dice ancora Domenico Arruzzolo – assistiamo 250 famiglie, ma ce ne sono altre 50 in lista d’attesa. Il tutto funziona molto con il passaparola e, finalmente, anche con i servizi sociali comunali. Ma non è stato per niente facile”.

Poi c’è il lato approvvigionamento. “Al primo posto – prosegue Arruzzolo – c’è il Banco Alimentare del Lazio, una fondazione nazionale che gestisce i fondi europei. Da qui arriva, una volta al mese, oltre il 30 per cento del cibo che noi distribuiamo alle famiglie. Poi ci sono le raccolte alimentari che i nostri volontari fanno all’uscita dei supermercati, che danno buoni frutti. Infione le donazioni spontanee e la partecipazione ai bandi di concorso. Da quest’ultima fonte lo scorso anno sono arrivati oltre 100 mila euro”.

Ma i volontari hanno scoperto anche un’ultima frontiera: quella dello spreco alimentare, attraverso il quale riescono a distribuire anche prodotti freschi. “Tutte le mattine – prosegue il racconto – il nostro Doblò si reca al Lidl, o da Biscetti, e riempie il furgone con prodotti che non sono più vendibili, anche se buoni. Lo scorso anno abbiamo prelevato oltre 15 mila chili di generi alimentari”.

Ovviamente nell’Emporio si fa la spesa, ma senza soldi. “Noi diamo a ogni percettore una tessera sociale che una volta al mese carichiamo di punti, a seconda del grado di indigenza che abbiamo individuato. E ogni prodotto ha un costo in punti, da spendere entro il mese, con tanto di scontrino”.

Intanto, mentre l’Emporio Solidale va a gonfie vele, Viterbo con amore quest’anno torna alle origini. Perché, dopo tre anni di sosta causa Covid, riparte la ‘Città a colori’, manifestazione storica della onlus viterbese.

“Abbiamo voluto chiamarla ‘Il risveglio’ – conclude Arruzzolo – e se il tempo non ci tradirà sarà un’altra giornata da ricordare”.(A.S.)

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