La Conversazione sulla Tuscia del Cinema tra Pupi Avati e Fabio Canessa oltre mezzo secolo di storia e di emozioni

Pupi Avati e Fabio Canessa

Pupi Avati, tra i maestri indiscussi del cinema contemporaneo, ci ha regalato una bella serata giovedì 28 settembre segnando il sold out nel programma del Festival della Tuscia, svoltasi presso il Foyer del Teatro dell’Unione, da un’idea di Vittorio Sgarbi, sotto la direzione artistica di Massimo Spada.

Per la Tuscia del Cinema il pubblico, molto coinvolto, ha avuto modo di godere della Conversazione tra il regista Pupi Avati, nella veste di ospite, e Fabio Canessa in quella di moderatore.

Il regista, con quella pacatezza che è il suo distinguo naturale, ha saputo alternare tragedia e ironia, ha raccontato con il medesimo affetto i folli padani e Bix Beiderbecke, gli impiegati e Mozart in visita a Bologna, i cavalieri medievali e una classe di studenti in gita sull’Appennino, i coniugi Sgarbi e Dante Alighieri  scalfiti in ricordi ben allestiti nella sua memoria con l’occhio del regista, per dirci che l’uomo in ogni trascorso della propria vita è sempre alle prese con i sentimenti che l’attraversano nel bene e nel male, mostrandoci come siano proprio le immagini le finestre attraverso cui il mistero del mondo entra nella nostra vita.

Partendo dalla suggestione dei luoghi della Tuscia, scelti come location privilegiata di moltissimi film, tra i quali alcuni capolavori del cinema mondiale (da “I vitelloni” di Fellini all’”Otello” di Orson Welles), Pupi Avati ha sottolineato l’importanza della provincia e il suo rimbalzo sulla poesia dei ricordi, il fascino del mistero, la predilezione per il fantastico, la trasfigurazione autobiografica, gli incontri le esperienze  dell’uomo di vita e di cinema  attraversandone oltre mezzo secolo di storia con qell’ aplomb tipico di chi la provincia se la vive perchè è scavata dentro di sé, e sarà per questo che ormai Pupi Avati, maturo 85 enne (li compirà il prosismo 3 novembre), è da considerare un habitué della Tuscia. (L.P.)

Pupi Avati e Fabio Canessa2

Foto di Luciano Pasquini

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