“Le terre della Tuscia”, un progetto a trecentosessanta gradi di Fondazione Cotarella

Un progetto a trecentosessanta gradi che riguardi la cultura, l’arte, la storia, la tradizione, la gastronomia, l’ambiente. Insomma, tutto ciò che può finalmente lanciare – più che rilanciare – la terra di Tuscia. In tutto il proprio territorio, in tutti i sessanta Comuni della provincia. Progetto ambizioso per quanto coraggioso, quello esposto  venerdi 20 ottobre pomeriggio alla Rocca dei Papi di Montefiascone, dalla Fondazione Cotarella, emanazione della omonima casa vitivinicola. Progetto che nasce ufficialmente con la creazione dell’associazione che ora ha un nome: “Le terre della Tuscia”. Programma ben delineato che prenderà gambe nella prima decade di dicembre con la firma dello statuto associativo e che dovrebbe coinvolgere tanti e tanti Comuni. Almeno questo auspicano le sorelle Cotorella: Dominga, Marta ed Enrica, che hanno illustrato il progetto insieme al direttore generale della Fondazione, Ruggero Parrotto, che si occupa di iniziative di solidarietà e sviluppo del territorio. Chiari gli obiettivi: favorire la partnership tra istituzioni pubbliche e private, promuovere e valorizzare l’unicità della Tuscia, attrarre e coinvolgere giovani, ricercatori, storici ed influencer, favorire la nascita e il rafforzamento di imprese, associazioni e start up, favorire la nascita e il rafforzamento di scuole di specializzazione, favorire la nascita di nuove realtà. Che dovranno tradursi in cosiddette “soste di valori”, cioè iniziative a tutti i livelli artistici e culturali, studiate e organizzate falle varie amministrazioni comunali e in un “Festival itinerante”, da rappresentare ogni sei mesi. Insomma, tutto ciò che la Tuscia può offrire rispetto al proprio, immenso patrimonio. Ovvio, una parte importante, probabilmente fondamentale, dovranno svolgere i Comuni che sono chiamati a dare il loro contributo. La presentazione di un progetto, dunque, ma pure un appello ai sindaci presenti alla Rocca dei Papi. “Servono sostanza e concretezza – scandisce dalla tribuna Dominga Cotarella. “La bellezza è la nostra stella polare. A casa ci dicono, mi si passi il termine: “state facendo un casino”. Perché? Perché siamo innamorate di questo territorio. Noi siamo pronte a metterci la faccia. Anzi tre facce. Vogliamo il bene della Tuscia. Basta chiacchere. Quando si parte?”. (L.C.)

 

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