La chiamano “buca”, è il campetto sportivo al Sacrario dei bambini figli di immigrati

BUCA

In piazza del Sacrario, a Viterbo, proprio sotto l’orologio delle Poste, si trova una cavità ben messa che dal primo pomeriggio fino al calar del sole troverete invasa di bambini, figli di genitori stranieri, alcuni di loro nati a Viterbo, che stanno crescendo nella nostra città, divenuta ormai la loro, in quello spazio si inventano le loro attività sportive, c’è chi tira con la palla, chi simula un cesto da basket per avviare una partita, sono i più grandi a fare da arbitri e da portieri. Prima che cali il sole arrivano le mamme e a una di loro, Alìda, tunisina che è lì per riprendere i suoi tre bambini tutti in scuola primaria, capita di chiedere perché non far fare loro delle scuole pomeridiane sulle discipline per le quali sono portati. “I corsi hanno un costo, non abbiamo soldi, non abbiamo la sicurezza lavorativa, i miei figli sono nati qui, ma non hanno ancora la cittadinanza italiana”.

Non entriamo in questo iter burocratico, ma chiediamo alla nostra amministrazione comunale, all’assessore allo Sport, all’attenta assessora ai Servizi Sociali: non si potrebbero creare dei corsi ad hoc per questi bambini? E magari la loro ‘buca’ potrebbe rimanere un luogo libero, dove istruttori e associazioni sportive concedano spontaneamente altri momenti di allenamento? Significa socializzazione, significa essere una città che guarda ai bambini. Tutti, indistintamente. Un tocco di Città a colori.

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