Terni è il suo luogo di nascita,luglio del 1990, poi cresciuto e pasciuto nella Tuscia viterbese. “Ho sempre vissuto a Orte, tranne qualche anno fuori per parentesi universitarie e lavorative (tra Pesaro, Napoli e Bergamo) e da pochi mesi sono tornato nel mio territorio d’origine ove ritrovo, ovviamente, la natura, la storia, e le nostre tante bellezze”.
“Non ho una data precisa, ma ricordo come ad appena 10 anni scrivessi in un mio piccolo blocchetto degli pseudo riepiloghi delle partite dell’Italia all’Europeo del 2000. Alle scuole superiori, ho frequentato il liceo Classico Buratti a Viterbo, ho sviluppato la mia predisposizione verso la scrittura, poi all’Università (la triennale frequentata sempre all’Ateneo della Tuscia) ho cominciato ad avvicinarmi a qualche sito web per scrivere principalmente di calcio e sport. Era più o meno il 2010/’11, da quel momento in poi è come se non mi fossi più fermato, con la ‘conversione’ all’enogastronomia è avvenuta nel 2018. Curiosamente, i primi giornalisti che si occuparono di food furono proprio quelli sportivi: i pochi che, parliamo degli anni 50/60, avevano la possibilità di viaggiare per seguire i grandi eventi sportivi e quindi anche con l’opportunità di visitare i ristoranti delle città in cui erano ospiti. Diciamo che nel mio piccolo ho ‘rispettato’ questa tradizione”.
Inizia così la sua presentazione Alessandro Creta di una professione che coniuga la narrazione con il cibo,in un percorso che delinea sempre più di come la cucina e il viaggio possano arricchire il valore umano di ognuno. Entriamo nel merito.
Una laurea in Scienze della Comunicazione, la Pubblicità e Marketing e il Giornalista gastronomico. Il passaggio dal brand all’approfondimento del prodotto. Decisivo fu l’assaggio?
Decisiva fu un’intervista, effettuata per conto di un piccolo magazine, a inizio 2018 a Davide Oldani, cuoco rinomato a livello nazionale. Lo chef al tempo aveva da poco girato uno spot di un noto marchio di pasta con Roger Federer, e questo “mix” mi aveva incuriosito al punto da volerne parlare personalmente con lui. Non sapevo assolutamente nulla di cucina, di chef, di stelle Michelin ecc. Da quel momento però ho iniziato a incuriosirmi sempre di più, a partecipare a eventi del settore, conoscere gli chef e le loro storie. Poi da lì è partito tutto. Ovviamente l’“assaggio” è una parte fondamentale di questa professione.
E’ più facile scrivere assaporando l’esperienza sensoriale?
È fondamentale vivere l’esperienza sensoriale, per cercare di trasmettere ciò che si prova nella narrazione di una determinata esperienza. Devo ammettere però che io non mi considero un critico, ci vogliono tanti anni di “allenamento” e affinamento del palato per parlare di critica enogastronomica effettiva, ma quello onestamente non è nemmeno il mio obiettivo, per ora almeno. Preferisco concentrarmi più sulle storie legate a un ristorante, a uno chef, a un prodotto o a un territorio.
Cerca di entrare dentro una storia per descriverla,elementi fondamentali dello storytelling?
Cerco di raccontare ciò che un lettore può capire con più facilità, rispetto al parlare tecnicamente di un piatto, della sua preparazione. Anche perché forse, al di fuori dei professionisti del settore, non a tutti interessa come un piatto è stato tecnicamente realizzato, proprio perché non tutti “masticano” a fondo la materia. Certi tecnicismi, alcune sfumature, sono difficili da cogliere anche per me, quindi non posso certo raccontare qualcosa che non capisco. Ecco, io cerco, e spero di raccontare cose alle quali il pubblico comune possa essere incuriosito e cogliere con più facilità.
Quando la passione per i viaggi e per i cibi si incontrano?
Il cibo non è solo mangiare, non è più solamente mera sussistenza (come lo era fino a 70-80 anni fa per la maggior parte della popolazione, al tempo contadina). Il cibo oggi è cultura, è storia, è narrazione, e per narrare è importante viaggiare, conoscere il contesto in cui un prodotto nasce, viene lavorato, declinato in questa o quella ricetta. Non è nemmeno necessario viaggiare più di tanto: un ingrediente viene lavorato diversamente nella stessa ricetta, nello stesso territorio, anche spostandoci di pochi chilometri da un paese all’altro.
Il tanto decantato turismo di prossimità..
Oggi più che mai turismo ed enogastronomia sono due settori fortemente interconnessi tra di loro: impossibile viaggiare senza incuriosirsi di prodotti locali, e impossibile parlare di un prodotto uscendo dal contesto territoriale e culturale in cui quello stesso prodotto nasce. Prima di viaggiare, però, impariamo a conoscere ciò che abbiamo nel nostro territorio. Battiamo questa sindrome di Stendhal per la quale ciò che non ci appartiene lo vediamo sempre più bello, più affascinante o più buono. In Tuscia abbiamo tanto da poter conoscere e raccontare, ma vediamo ancora i nostri “vicini” come migliori di noi. Forse sono più bravi a raccontarsi, a valorizzarsi. E da qui cambia di conseguenza tutto il percepito della gente.
Ci parli dell’evento Mercedes Experience 2024, come giornalista a bordo
La Guida all’Eccellenza di Mercedes-Benz Italia racchiude un po’ tutto ciò di cui abbiamo parlato prima: viaggio, territorio, gastronomia tra prodotti locali e piatti in cui vengono utilizzati. Il tutto con un filo conduttore che è la sostenibilità. Da qualche settimana abbiamo iniziato un viaggio su e giù per l’Italia, legato ad attività dei concessionari coinvolti in questo progetto per presentare la linea elettrica EQ del brand. Ogni tappa la raccontiamo parlando dei prodotti d’eccellenza e di chi li realizza, il più delle volte aziende agricole virtuose che allevano animali o coltivano ortaggi in modo etico, rispettoso e sostenibile. Ogni prodotto poi sarà centrale in uno o più piatti di un menu gourmet creato ad hoc da uno chef che cambia di tappa in tappa, deliziando gli ospiti di questi viaggi con le proprie preparazioni.
Dalla terra alla tavola, insomma?
Un progetto interessante che per ora si può seguire online su uno spazio dedicato aperto sul sito di Mercedes-Benz Italia (https://shorturl.at/gq4K0) e che, nelle intenzioni, una volta terminato culminerà in una guida cartacea. Compagni di questo viaggio sono Michele Serva, maitre e sommelier del ristorante La Trota di Rivodutri (Rieti) addetto all’individuazione di prodotto, produttore e chef, il team del Gruppo Peroni Eventi, Federico Quaranta, conduttore radiofonico e televisivo che è lo storyteller sul posto degli eventi.
Sembrerebbe una esperienza che la conduce a un punto di ritorno di pubblicità e marketing “guidandola” al cibo?
Non mi piace parlare di “pubblicità” riferita al mio lavoro, per quanto capisco che da fuori sia difficile scindere le due cose. Mi piace più il termine “valorizzazione”, perché presuppone con concetto alla base più “genuino”, per certi versi disinteressato, e non legato al denaro come, invece, può essere la pubblicità, in cui qualcuno viene pagato per sponsorizzare un certo territorio, prodotto, ristorante, spesso nemmeno avendo le conoscenze di base per parlare dell’argomento.
Il connubio in tal caso è con un brand qualificato…
Se, grazie al mio lavoro, qualcuno riesce a incuriosirsi di una determinata realtà, prodotto o produttore io sono felice, così come quando qualcuno visita un ristorante in cui sono stato bene e di cui ho parlato bene e mi dà feedback positivi, per me è unagratificazione. Sento che sto facendo bene il mio lavoro.
Il long test drive condurrà gli ospiti anche presso location nella Tuscia? Ce ne sono di meravigliose per citarne una, Villa Caviciana il primo bene agricolo produttivo del FAI che, preserva questo lembo di terra coltivandolo in modo sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico…..
Conosco bene Villa Caviciana, hanno un bellissimo allevamento di maiali mangalitza che consiglio di andare a vedere. Anche perché gode di un panorama bellissimo sul Lago di Bolsena, il più grande lago di origine vulcanica d’Europa. Ma non posso svelare nulla sulle prossime tappe del viaggio, per quanto confermo che nella Tuscia abbiamo tante realtà che meritano di essere conosciute indipendentemente dal progetto di Mercedes-Benz. Si tratta di una terra ricca di storia, cultura, tradizioni ed anche di tanti, tantissimi piatti tipici tutti da scoprire perché ha molto potenziale inespresso dal punto di vista turistico così come gastronomico.
Programmi per questa estate?
Non ho ancora in programma niente di particolare, sono solitamente uno da “last minute”. Ma se avete piacere potete seguirmi sui miei social (Instagram: cretalex) per contenuti, spero interessanti e coinvolgenti, compresi articoli che scrivo per varie testate di settore con cui collaboro.
Alessandro Creta per la descrizione della meraviglia dei luoghi ha scelto un linguaggio originale e autentico, ha scelto il cibo. Indispensabili per una vita felice.
“Non c’è amore più sincero di quello per il cibo”, citazione del famoso scrittore e drammaturgo irlandese George Bernard Shaw.
Foto di Officina Visiva