Protesta dei docenti precari: “Abbiamo passato il concorso, graduatorie di merito subito”

di Paola Maruzzi

docenti precari

“La campanella è suonata e non saremo più disposti a soccombere. Siamo vivi, siamo uniti e abbiamo la schiena dritta: dignità al merito”, queste le parole degli insegnanti precari che venerdì 27 settembre hanno manifestato a Roma in via Frangipane, sotto gli uffici scolastici regionali. La mobilitazione dal basso ha visto in prima linea i “vincitori invisibili” del concorso straordinario ter 2023 previsto dal Pnrr. In loro sostegno è intervenuta anche Manuela Pascarella della Flc Cgil, unica sigla sindacale presente: “È inaccettabile che si continui a negare la stabilità a migliaia di docenti chiedendo loro di affrontare nuovamente una prova che hanno già superato”.

Il grido di protesta: “Stop a concorsi per i precari contro i precari”

È come nel gioco dell’oca quando capiti sulla casella sbagliata: torni al punto di partenza. Solo che questa volta a rischiare di ripartire per l’ennesima volta da zero saranno i docenti vessati da una macchina di reclutamento paradossale: pur non essendo rientrati nella rosa dei vincitori, hanno a tutti gli effetti superato – in non pochi casi con punteggi altissimi – le due prove previste dal bando e ora chiedono che il risultato raggiunto non venga vanificato. Chiedono una graduatoria di merito a scorrimento, di non dover ripetere lo stesso identico iter concorsuale “per poi, magari, vedersi superati da chi – come scrive il promotore della manifestazione Luigi Sofia sulla pagina Facebook ‘Docenti esclusi – concorso Pnrr 2023/24’ – si è comprato abbastanza titoli e certificazioni da università telematiche tali da divorare gli anni di servizio”. La mercificazione della formazione, connessa all’inevitabile corsa al ribasso del “miglior offerente”, sono altre due spine nel fianco della scuola verso le quali non si è più disposti a rimanere in silenzio.

Dalla Tuscia lo sfogo degli esclusi: “Siamo esausti!”

Anche a Viterbo si levano le voci rotte dalla disillusione per essere stati prima “promossi” e poi scartati. A chiedere giustizia sono sicuramente i precari storici, lo zoccolo duro che assicura la ripartenza di ogni anno scolastico, insieme alle nuove leve. Per Anna (nome di fantasia) è stata la prima esperienza con un concorso pubblico dopo la laurea in Lettere all’Unitus. “Ho preso 100 allo scritto e 80 all’orale nella classe A11. A lasciarmi con l’amaro in bocca è stato l’atteggiamento disinteressato della commissione che non ha prestato la minima attenzione alla mia presentazione. Eppure su quest’ultima si giocava buona parte del punteggio. Mi chiedo, è corretto e trasparente tutto ciò?”.

Stessa amarezza, condita da dieci anni di pendolarismo e precariato per Arianna, 46 anni, docente di inglese negli istituti di secondo grado. “Preparo i ragazzi per affrontare la fatidica maturità, sono stata commissario d’esame ma per lo Stato non sono ancora abilitata all’insegnamento. Pur avendo superato tutte le prove, sia per secondaria di I grado che in quella di II, sono rimasta fuori. Non pretendere una graduatoria di merito significa non dare alcun valore al grande sforzo impiegato negli scorsi mesi per conciliare lavoro, studio e vita privata”.

Doppiamente pungente è la storia di Camilla, 36 anni e una gavetta di sette come docente di lettere a tempo determinato alle superiori. Si è gettata anima e corpo nello studio, sperando fino all’ultimo che il buon risultato ottenuto nelle prove, sommato agli anni di servizio, potesse finalmente farla passare di ruolo e invece sarà uno dei tanti volti “fantasmi”, una che sulla carta ce l’ha fatta ma che sarà costretta a far finta di non mai aver superato con trasparenza una selezione pubblica. Per il Miur si torna ai nastri di partenza, pronti per la prossima chance. Valditara ha in caldo il prossimo concorso che probabilmente verrà bandito tra ottobre e novembre.

La corsa lampo dei percorsi abilitanti

E mentre nel gran bazar del web ricominciano a spuntare annunci di corsi online a pagamento su come prepararsi alla prossima prova nazionale, c’è chi fa i conti con l’ultimo colpo di coda ai danni dei precari. “Quest’anno – si sfoga ancora Camilla – ai primi turni di nomina delle supplenze delle Gps sono stata superata da coloro che sono balzati in prima fascia grazie all’abilitazione”, una profumata opportunità (oltre 2 mila euro) concessa in prima battuta solo a coloro che erano già in possesso di un’altra abilitazione: di fatto a giovare di tale privilegio sono stati soprattutto gli specializzati del sostegno che, dopo aver ottenuto il “lasciapassare” in prima fascia per insegnare la materia, hanno scavalcato precari con oltre dieci anni di servizio sul groppone. I primi ad attivare i percorsi “lampo” per l’abilitazione sono stati i giganti delle università telematiche. Da questo settembre sono partiti i corsi da 30 e 60 cfu anche all’Unitus con non pochi malumori da parte dei frequentanti che lamentano disorganizzazione.

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Il mercato “nero” di titoli e certificazioni: più paghi, più sali in graduatoria

A dopare le graduatorie, sia delle Gps che nei concorsi, sono infine i titoli e le certificazioni linguistiche taroccate, o meglio ottenute con esami di dubbia trasparenza. I docenti scesi in piazza si sono scambiati diverse storie e testimonianze a riguardo, riferendo che anche a Viterbo, presso un noto istituto di formazione online, sia possibile ottenere “comodamente” certificazioni linguistiche di livello C1 e C2 pur non avendo la padronanza richiesta.

“La compravendita dei titoli è un altro aspetto che sta contribuendo a disumanizzare la nostra professione – dice una delle manifestanti –. Nel Medioevo si vendevano le indulgenze per assicurarsi un posto in paradiso, oggi con mille euro (tanto costa il “pacchetto” C2 con Clil, ndr) si può scalare di nove punti le Gps e tentare di accaparrarsi un anno in più nel purgatorio dei supplenti”.

La mobilitazione si è conclusa con un simbolico abbattimento del muro del precariato, costruito con le scatole di cartone che riportavano i punteggi degli idonei esclusi. “Questo è solo l’inizio – ha detto Luigi Sofia dopo essere stato ricevuto negli uffici scolastici regionali –. Andremo avanti finché non otterremo la graduatoria di merito che ci spetta”.

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