Acquapendente in campo per combattere le psicosette

Acquapendente in campo per combattere le psicosette. A poche settimane dalla morte del Santone “Maestro Lino” che proprio dalla sua abitazione in alto viterbese si proclamava “uno dei figli diretti di Dio ed il Messia” e a pochi giorni dal proliferare di un nuovo caso in Puglia, l’avvocato Vincenzo Dionisi e l’associazione Manisco World stanno lavorando alla redazione di uno specifico articolo di Legge che possa colmare il vuoto lasciato dall’abrogazione del reato di plagio. Un’idea partorita durante il processo alla psicosetta aquesiana Qneud, mai terminato per la prematura morte del Gaeta detto Maestro Lino). Fondamentale il ruolo di Virginia, madre di una delle adepte vittime del Santone aquesiano, fondatrice proprio dell’associazione. L’idea comune che spinge il binomio è che per “uccidere questo drago a tre teste bisogna tagliarle tutte all’unisono. Perché se si taglia solo una, poi ricresce. E per tagliarle tutte occorre lo strumento normativo di un articolo da inserire nel Codice Penale che possa colmare il vuoto legislativo lasciato, come detto, dall’abrogazione del reato di plagio. Quante famiglie devono essere distrutte, quanti giovani devono essere abusati sessualmente e sfruttati affinché questo vuoto venga colmato?”. L’esperienza di Virgina diventa una sorta di spartiacque. Manisco è l’acronimo di manipolazione e scomparsa. World perché possiede strumenti di contatto sia nazionali sia internazionali attivabili in tempo reale. Il nome nasce dall’inscindibile connubio caratterizzante le vittime di manipolazione mentale e coloro che scompaiono senza lasciare tracce. Difatti, in entrambi i casi l’essere assoggettati alle malvagie attenzioni di una setta e la scomparsa immotivata sono il frutto di interventi manipolatori che indeboliscono e pervadono la mente della vittima. L’associazione Manisco World nasce a tutela delle vittime di sette e psicosette sia sul territorio nazionale sia internazionale, coadiuva e dà impulso alla ricerca di persone scomparse, rapite, sequestrate e coartate nella loro libertà.