E’ più facile che quel ciliegio ormai secco da anni fiorisca, che questo tiranno se ne vada e ci lasci in pace. Il commento amaro di due contadini di Acquapendente ai tempi di Federico Barbarossa trovò nella Madonna (detta poi del Fiore) la risposta prodigiosa: il ciliegio rifiorì e il nemico venne sconfitto. Oggi per ricordare l’evento c’è la festa dei “Pugnaloni” (prima domenica dopo 15 maggio), enormi composizioni floreali con soggetti inneggianti la libertà.
Analogo destino ai viterbesi di metà Quattrocento decimati dalla peste. Se la Madonna dipinta nella tegola di campo Graziano alla Quercia (alle porte di Viterbo) ci salverà, costruiremo una chiesa a lei dedicata. E chiesa fu. Anzi un santuario di rara eleganza che oggi custodisce decine di ex voto alcuni dei quali dipinti su tavolette che raccontano l’episodio dei vari miracoli. La Madonna della Quercia è la patrona della Diocesi di Viterbo e viene festeggiata la seconda domenica di settembre.
Anche ad Ischia di Castro la Madonna ci ha messo molto del suo. Apparve in un campo di gigli fuori il paese ad un giovane pastore, disperato per la perdita di alcuni agnelli che la Vergine gli fece ritrovare presso la sorgente del Cellerano. Di tutta risposta gli abitanti del luogo come ringraziamento costruirono sul posto un piccolo sacello con l’immagine della Madonna che successivamente venne trasformato in santuario, inglobando la precedente edicola, dedicato oggi a Santa Maria del Giglio. Festa primo week end di settembre.
Madonna in una grotta di Marta lungo la strada per Capodimonte. Apparve il 19 maggio 1948 a tre bambine del paese: Ivana, Brunilde e Maria Antonietta. Da allora la “Madonna della grotta” (come oggi viene chiamata) ha operato numerosi prodigi testimoniati dai tanti ex voto appesi alle pareti e sistemati intorno al piccolo altare.
Più famosa, sempre a Marta, la Madonna del Monte, la cui immagine con Bambino è custodita dal Trecento nell’affresco dell’omonimo santuario in bella posizione sul lago di Bolsena. La processione in suo onore del 14 maggio con casenghi, bifolchi, villani e pescatori è un inno “spettacolare” alla fertilità della terra.
Ex voto anche nel piccolo santuario della Madonna del Castellonchio, presso Graffignano, risalente al Quattrocento, molti dei quali in ricordo di giovani soldati scomparsi dopo l’ultima guerra. Conserva un affresco della Vergine con i santi Sebastiano e Rocco.
Ricordi di guerra nella chiesetta campestre della Madonna della Cava, poco fuori l’abitato di Latera presso una vecchia cava di zolfo, che avrebbe attirato le bombe del secondo conflitto mondiale salvando il paese dalla distruzione. Festa il 13 giugno nell’anniversario di bombardamenti.
“Madonna aiutaci tu!” – L’invocazione è sulla bocca dei viterbesi quando nel Trecento, secondo una pittoresca leggenda, vennero presi d’assalto da migliaia di demoni sotto forma di cavallette che la Vergine fece risucchiate nella sorgente solfurea del Bulicame alle porte della città. Da allora sarà la “Liberatrice”, la cui immagine del XIV sec. – molto venerata soprattutto dopo l’ultima guerra – si festeggia nella chiesa della SS. Trinità a Viterbo la terza domenica di maggio.
Quella del Rosario a Piansano merita il doppio, asterisco. Primo perché è composta di pura porcellana settecentesca con capelli veri. E poi perché indossa raffinati broccati con preziose decorazioni. Uno spettacolo, la prima domenica di ottobre, vederla in processione danzare sulle spalle di un gruppo di portantini in tunica bianca cinta da fascia celeste. Qualcosa di simile anche a Canino con la Madonna del Suffragio vestita di tulle e chiffon e festeggiata la prima domenica di maggio.
Incredibile quello che accadde a Vallerano il 5 luglio 1604 durante il restauro di un affresco della Madonna situato in una edicola presso l’argine di un ruscello. Il pittore Stefano Menicucci mentre stava lavorando, vide sgorgare dal labbro della Vergine alcune gocce di sangue tuttora visibili. Sul posto sorge oggi il Santuario della Madonna del Ruscello, patrona dei donatori di Sangue. Festa il 5 luglio.
Un’ultima curiosità ce la riserva Valentano con la Madonna Assunta o del “Solco dritto”. Per antica tradizione all’alba del 14 agosto di ogni anno, nel piano sottostante il paese, viene tracciato con un aratro un tempo trainato da buoi un lungo solco per invocare la benedizione dell’Assunta sul lavoro dei campi. Quanto più il solco sarà “dritto” tanto più sarà generoso il raccolto. A giudicare la retta del tracciato (di notte illuminato a fiamma viva) sono gli stessi abitanti del posto appollaiati sul belvedere del paese.
Nella foto, il santuario campestre della Madonna del Giglio a Ischia di Castro
L’autore*
Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.