“Le ragazze vogliono cambiare il mondo, e ci sono tantissimi modi per farlo: anche divertendosi in laboratorio”. Queste le parole della Dott.ssa Cătălina Oana Curceanu, fisica e Primo Ricercatore.
Il 6 febbraio scorso si è svolta, presso l’Aula Magna (Sede di Santa Maria in Gradi) dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, la Giornata delle Donne nella Scienza, un incontro volto a valorizzare e promuovere la presenza femminile nei percorsi di studio e nelle carriere STEM nell’ottica di una società egualitaria.
La Dott.ssa Curceanu è una delle ospiti protagoniste della giornata: spiccano anche i nomi della Dott.ssa Federica Giuliani, architetta e ricercatrice presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi della Tuscia; della Dott.ssa Giulia de Bonis, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che dal 2016 si occupa di neuroscienze con lo scopo di realizzare software di intelligenza artificiale per la biologia; e della Dott.ssa Mirella Orsi, chimica farmaceutica, Science Writer e divulgatrice scientifica addetta alle comunicazioni in Inghilterra.
Quella della presenza femminile nella scienza è una quota fortunatamente – ma impropriamente considerata – in crescita. Fortunatamente per la forte presenza di scienziate donne ai giorni nostri; erroneamente considerata tale perché, in realtà, di scienziate “con la E” ce ne sono sempre state durante il corso di tutta la Storia.
La nomina di “scienziato” nasce proprio con una donna, Mary Fairfax Somerville (1780 – 1872), primo donna membro di un’accademia scientifica, la Royal Astronomical Society. Nonostante questo primato, erano diversi gli ostacoli del fare ricerca scientifica come donna.
“Stereotipi, pregiudizi, false convinzioni” ci spiega la Dott.ssa Mirella Orsi “e soprattutto la grande differenza fra le cosiddette «materie maschili» e le «materie femminili»”, tra cui la scienza, chiaramente, non rientrava.
“Fare scienza” per le donne si traduceva soltanto in due opzioni: sposare uno scienziato che avesse bisogno di aiuto nella ricerca scientifica, o dedicarsi alla divulgazione, un “ingresso secondario” per accedere alla scienza, consentita alle donne in quanto considerato “meno nobile” e più semplice della ricerca scientifica. È proprio da questa attività che nasce la figura dello “Science Writer”, lo scrittore scientifico che informa, educa, sensibilizza: che rende la scienza a portata di tutti e di tutte.
“La parola «fisica» è un sostantivo femminile, e si può usare come tale anche nell’accezione del mestiere, di chi si occupa di questa disciplina” è la Dott.ssa Giulia de Bonis – che si occupa dal 2024 anche del gender mentoring program dell’INFN – ad intervenire “ma la fisica ha anche una connotazione plurale da intendersi come «valorizzazione delle individualità», specialmente quella femminile.”
Ma perché? Perché le fisiche – come tutte le scienziate – sono spesso vittime di stereotipi e pregiudizi, a partire dalla tendenza al dimenticarsi della presenza di queste studiose (al femminile!) da sempre fondamentali per la ricerca scientifica.
“A livello internazionale c’è più parità rispetto all’Italia, dove le quote rosa sono basse” ci ricorda la Dott.ssa Federica Giuliani, illustrando la presenza femminile nel settore di sua appartenenza, confrontando in particolare l’architettura e l’ingegneria.
Fino a qualche decennio fa, la scienza aveva ben poco a che fare con i lavori “da donne”. Ma cosa sono davvero i lavori “da donne” se non un bias – un preconcetto – di genere?
Ciò che sappiamo oggi è che non esistono lavori “da donne” e lavori “da uomini”, ma soltanto donne e uomini che lavorano, in sinergia, negli ambiti più disparati: dalla scienza all’educazione, e poi ancora nella sanità, nella tecnologia, nell’arte, nell’economia.
La strada da seguire per arrivare ad una completa parità di genere nel campo scientifico è ancora lunga: proprio per questo, le nuove generazioni devono essere educate alla possibilità di raggiungere i propri sogni, indipendentemente dai datati stereotipi di genere.
A chiudere il congresso la dott.ssa Annarita Taddei, coordinatrice del centro di microscopia elettronica dell’ateneo.
Si ringraziano la dott.ssa Cătălina Oana Curceanu, la dott.ssa Mirella Orsi, la dott.ssa Giulia de Bonis, la dott.ssa Federica Giuliani, la dott.ssa Annarita Taddei; le organizzatrici del convegno e la dott.ssa Silvia Proietti, delegata del rettore della terza missione.