Torna martedì 25 marzo la tradizionale fiera dell’Annunziata, appuntamento di primavera particolarmente atteso dai viterbesi.
Dall’alba al tramonto, per le vie del centro storico, si prospetta una fiera ancora più armonizzata rispetto a quella della scorsa edizione. Tra le novità, a piazza Fontana Grande, l’area allestita con giochi in legno di una volta, dove sia piccoli che adulti potranno mettere alla prova le proprie abilità. Lo spazio, con ingresso gratuito, sarà aperto al pubblico a partire dalle ore 10.30 fino a conclusione dell’evento. Confermato in via Garibaldi il mercatino straordinario con operatori dei settori artigianato, commercio, hobbistica e food. A piazza San Faustino sarà invece allestito il mercatino straordinario del collezionismo cartaceo.
Nel dettaglio, questo il percorso della fiera di martedì 25 marzo, comprese le iniziative collaterali (mercatini): via Garibaldi, piazza Fontana Grande, via Cavour, via Ascenzi, piazza dei Caduti, primo tratto di piazza Martiri d’Ungheria, lato pensilina (parcheggio escluso e fruibile dal pubblico), largo B. Croce, via Marconi, piazza Verdi, via f.lli Rosselli, via Matteotti, piazza della Vittoria, piazza della Rocca, via Amendola, via e piazza San Faustino. Gli operatori attivi precedentemente su via Garibaldi troveranno collocazione negli spazi liberi di via Cavour, mentre gli operatori attivi precedentemente collocati in piazza Martiri d’Ungheria saranno posizionati nei posteggi della fiera rimasti liberi nell’area compresa tra via Ascenzi e piazza della Rocca.
Si ricorda che il parcheggio di piazza Martiri d’Ungheria (Sacrario) sarà fruibile.
Tutte altre informazioni in merito alla viabilità, al trasporto pubblico urbano e alle variazioni degli orari di esposizione dei rifiuti nella zona A CS (centro storico) sono consultabili sulla home page del sito istituzionale www.comune.viterbo.it.
Le origini della Fiera della “Santissima Nunziata” e la Tradizione del Cedro.
La festività dell’Annunziata o Annunciazione di Maria Vergine è da secoli una delle ricorrenze religiose più sentite dai viterbesi; in particolare, fin dal Duecento, nella chiesa di Santa Maria in Gradi proprio per la ricorrenza del 25 marzo i papi riconoscevano varie indulgenze ai partecipanti delle celebrazioni liturgiche. Dalle fonti documentali è possibile sapere che nel XV e XVI secolo i festeggiamenti includevano una solenne “luminaria” che prendeva piede proprio dalla chiesa di Santa Maria in Gradi e con un lungo percorso, terminava all’interno del tempio. Per quanto riguarda invece la fiera della “Santissima Nunziata”, come viene detta nel dialetto viterbese, la prima testimonianza certa viene fornita da Feliciano Bussi nella sua “Istoria della città di Viterbo” del 1742, che ci attesta come le mercanzie di agricoltori, ambulanti ed artigiani venissero esposte fuori le mura della città, nello spazio che precedeva l’attuale chiesa di S. Maria delle Fortezze. Queste le parole del cronista: “..…[S. Maria delle Fortezze] è una chiesa molto frequentata da questo popolo, particolarmente ne’ Venerdi di tutto l’anno per la divozione del suddetto S. Francesco (di Paola), ove altresì si fa festa nel giorno della Santissima Annunziata con fiera, e gran concorso di gente”. La scelta di questo luogo fu sicuramente di natura pratica in quanto l’area, un tempo molto spaziosa, consentiva ai venditori un facile allestimento dei banchi ed era anche comodamente raggiungibile dai carri che trasportavano le merci. Non ha particolare consistenza l’ipotesi, formulata da alcuni, per cui l’ubicazione della fiera dipendesse dal particolare culto per l’Annunciazione di Maria da parte dei frati Minimi, ossia i titolari della chiesa stessa. Si è anche immaginato che il nome della sagra prendesse ispirazione da un dipinto posto all’interno del tempio, nel frontale della cappella della navata sinistra. L’affresco, infatti, è parte di un ciclo raffigurante alcuni episodi della vita di Maria, la cui parte principale è costituita dall’Assunzione e dall’Incoronazione. Col passare del tempo l’identificazione di S. Maria delle Fortezze con la fiera che si svolgeva sul suo sagrato era così forte che per i viterbesi, divenne naturale indicare il bel tempio cinquecentesco col nome di “Chiesa dell’Annunziata”, nome che l’ha accompagnata fino ai giorni nostri. Nella seconda metà del ‘900 però la fiera perse la sua connotazione di mercato agricolo ed artigianale che aveva sin dall’inizio ed il percorso venne spostato distribuendolo lungo le principali vie del centro cittadino. Oltre al classico “cartoccio co’ la fiera” ed al panino con la porchetta, un altro simbolo tradizionale della Fiera è il cedro, sempre presente sul banco degli ortolani, la cui ubicazione è solitamente in piazza del Comune. La sua consumazione è legata anche al fatto che si tratta di un frutto di stagione, esso matura alla fine dell’inverno ed il suo colore giallo pare annunciare l’imminente arrivo della primavera. Anche in altre città e paesi dell’Italia, durante questo periodo dell’anno, troviamo feste dedicate a questo frutto. Il Cedro nella simbologia rappresenta l’immortalità, l’eternità e l’elevazione spirituale, per l’altezza del fusto e dei suoi rami mentre nell’iconografia sacra viene associato alla verginità di Maria (Cantico dei Cantici 2,1; 4,4.12.15) e alla discendenza di Cristo dalla casa di Davide quale vero Messia (Ezechiele cap. 17 e il Libro delle Cronache 17, 1-15). L’albero di cui parlano le Sacre Scritture è in realtà il Cedro del Libano, appartenente alle conifere e non il Cedro della famiglia degli agrumi; questa “confusione” nacque già nel Rinascimento dove molti pittori, come ad esempio il Mantegna ed il Beato Angelico, ritrassero l’albero di agrume come metafora dell’incorruttibilità di Maria. Il Cedro coi suoi frutti gialli si vede spesso nelle rappresentazioni pittoriche legate all’ Annunciazione o alla figura dell’Immacolata Concezione; per cui la tradizione viterbese di mangiare il cedro per la “Fiera de’ la Nunziata” deriva sicuramente da questa sacra simbologia.
Foto cover di Stefano Marigliani photography