Il Don Chisciotte al Rivellino di Tuscania ha registrato quasi 1000 presenze in 4 repliche

Don Chisciotte al Rivellino di Tuscania

Lo spettacolo Don Chisciotte in scena a Tuscania dal 28 al 30 marzo ha registrato circa mille presenze in quattro repliche. Clamorosa la partecipazione del pubblico locale e non, tanto da far pensare a un vero e proprio caso-Tuscania: un paese di provincia che da più di cento anni coltiva un legame e una particolare passione per la filodrammatica, dove diverse generazioni si sono confrontate con generi teatrali di ogni tipo, dalla commedia popolare, al musical, ai drammi.

Diversi sono i gruppi di teatro attivi a Tuscania e la città custodisce questa tradizione con vanto e orgoglio non facendo mai mancare il sostegno alle diverse produzioni che ogni anno animano la vita sociale e culturale.

Tra queste, Tuscania d’Arte, fondata nel 1996 da Stefano Ciccioli, il cui gruppo di lavoro è attivo sul territorio dagli anni ’70. Nello spettacolo Don Chisciotte, di cui Stefano Ciccioli è regista, costumista e scenografo, nel ruolo di Sancho Panza troviamo infatti Fiorenzo De Stefanis: un sodalizio artistico e un’amicizia fraterna che da anni partorisce “nuove avventure”, come direbbe Sancho, coinvolgendo persone sempre nuove, giovani e non, che vogliono mettersi in gioco ed esplorare le loro potenzialità creative e artistiche in progetti anche complessi, che richiedono uno studio e un lavoro estremamente impegnativo.

Gianni Sini, attore della compagnia dal 2007, già protagonista dello spettacolo Pinocchio, regala un’interpretazione commovente, generosa e mai banale di Don Chisciotte, merito del suo innegabile e innato talento, e frutto di un grande lavoro, a tratti estenuante, ma di grande complicità, svolto negli anni insieme al regista Ciccioli.

Insieme a loro Stefania Pucciotti con la sua interpretazione della dama Dulcinea (alter-ego immaginario della sgualdrina Aldonza) che stupisce il pubblico per la forza scenica, la spontaneità e le doti canore. Immancabile la presenza di Giuseppina Brunori, attrice storica della compagnia, già protagonista negli spettacoli Cenerentola, La Famiglia Addams, fin dagli anni giovanili nota al pubblico locale per il suo talento nella recitazione e nel canto. Dallo scorso anno si è aggiunta alla compagnia Antonella Moretti, cantante straordinaria che in Don Chisciotte ci catapulta per un momento dentro una cornice operistica. Una voce indimenticabile è quella di Piero Pantalei, nella parte del Padre, interprete di uno dei brani più toccanti dello spettacolo. Poi c’è Roberto Caponigro, con la sua aria scanzonata e la sua passione, da anni una presenza solida all’interno dell’associazione, figura indispensabile sempre al fianco di Stefano Ciccioli. Così come fondamentale è la presenza di Sandra Tizi e Fernanda Nicolai, sia per la naturalezza e il divertimento che trasmettono sulla scena sia per il supporto, il sostegno e l’energia che mettono in ogni produzione. Bruno Paoletti, anche lui parte da molti anni della compagnia con la sua presenza saggia, misurata e rassicurante; Olimpia Pacini, Stefania Boccacci, Valentina Fava e Marco Rocchi, parte della compagnia da due anni che hanno portato, oltre al loro talento e la loro preziosa disponibilità, una nuova vitalità e un rinnovato entusiasmo; Daniele Testi arrivato quest’anno, che in meno di tre mesi di lavoro si muove sul palco con una singolare disinvoltura.
Poi c’è Stefano Ciccioli e la sua presenza si coglie in ogni minimo dettaglio della scena, dei costumi, del lavoro di regia. La sua è una dedizione totale, un’esigenza sociale e creativa, un desiderio di coinvolgere ed essere coinvolto in un’opera collettiva con l’unico spassionato obiettivo di raggiungere la bellezza. Stefano Ciccioli non svolge laboratori teatrali, non ha mai fatto di questo un mestiere, perché ha sempre voluto avere la libertà di scegliere i suoi progetti e le persone con cui lavorare. Quello che accade in questi spettacoli è una specie di scambio dove gli attori di fatto seguono gratuitamente un percorso di formazione, finalizzato alla realizzazione di uno spettacolo, con il tacito accordo di garantire il massimo del loro impegno, a costo di ritmi anche estenuanti. Tra il regista e la compagnia si crea dunque un rapporto simbiotico e una condivisione totale di valori, fatica e soddisfazioni.
Questo crea un clima talmente singolare e accattivante da attrarre figure altrettanto essenziali ai fini della realizzazione dello spettacolo come la giovane e talentuosa Giorgia Bevini, aiuto regia, Lanfranco Tenti con la sua squisita disponibilità e presenza, Thomas Overal e Ione Kerr Ciccioli che curano infaticabilmente l’apparato organizzativo e comunicativo. La compagnia negli anni si è consolidata come una vera e propria grande famiglia allargata.
Nel Don Chisciotte c’è inoltre il grande ritorno della musica dal vivo, magica e preziosa, con lo stesso ensemble formato da Giovanna di Corpo, Gabriel Aguilera e Caterina Gonfaloni che hanno accompagnato già venti anni fa gli spettacoli di Cenerentola e Pinocchio. Quest’anno ad arricchire la parte musicale la presenza e il lavoro incredibile di arrangiamento e cura delle parti cantate svolto da Marina Gavelli, nota pianista e compositrice di Tuscania, un vero fiore all’occhiello della comunità. Professionisti che una generosità veramente genuina e inusuale hanno affiancato e incoraggiato gli attori sulla scena.

Nello spettacolo Aldonza chiede a Sancho Panza: “Perché lo fai? Cosa ci guadagni?”. E Sancho risponde: “Tutto!”. Forse questo è uno dei momenti dello spettacolo che meglio spiega e rappresenta questa compagnia. Lavorare insieme e spingersi ogni volta aldilà dei propri limiti per vivere un’emozione che solo il teatro sa dare, e trasmettere “per contagio” quest’energia e questo entusiasmo al pubblico e alla comunità, ribadendo con forza l’importanza e la funzione del teatro, lavoro corale e collettivo che alimenta coesione e bellezza, da migliaia di anni.

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