La Grande Scommessa: cinismo e rischi dell’Alta Finanza

Rossella Salvatorelli

La Grande scommessa più che un film potrebbe definirsi un documentario su quanto accaduto in America nel 2008. Ripropone sul grande schermo i giochi di potere che hanno provocato la ben nota crisi economico-finanziaria, con ripercussioni a livello mondiale e di cui anche in Italia, a tutt’oggi, subiamo gli strascichi.

Una proiezione cinematografica impegnativa e nel contempo inquietante. Ciò che colpisce lo spettatore è il cinismo e la leggerezza con cui vengono  compiute alcune operazioni finanziarie fondate su una scommessa che, a distanza di qualche anno, diventa realtà.

In sostanza tre o quattro gruppi di persone sono consapevoli dell’instabilità del mercato immobiliare americano. Puntano sulla circostanza che ad un certo punto i cittadini d’America non saranno più in grado di pagare i mutui contratti per acquistare le proprie case. Si crea una catena di scommesse nel ristretto circolo degli “addetti ai lavori” che contano di guadagnare una fortuna speculando su prestiti fasulli. E non considerano minimamente  la conseguenza di mettere sul lastrico migliaia e migliaia di famiglie americane.

Emerge un sistema finanziario incontrollato, in cui le banche vendono prodotti “drogati” e le agenzie di rating, corrotte, esprimono valutazioni poco affidabili.

Una pellicola che lascia spazio a molte riflessioni sulla precarietà degli assetti economici internazionali  e sulla sorte dei nostri risparmi che subiscono le speculazioni di pochi “virtuosi” con interessi ben diversi da quelli della collettività.

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