Istituto Orioli, il dirigente: Creare un Polo tecnico professionale

L’obiettivo è costruire un polo tecnico professionale che si traduca in tante opportunità di sviluppo e di crescita per la città, ma non solo.

La prima pietra, si fa per dire, la pone il preside dell’Istituto statale superiore (liceo artistico e indirizzi professionali) Francesco Orioli di Viterbo, Pasquale Picone.

Conferenza stampa, affollata soprattutto da esponenti dell’establishment locale (il consigliere regionale Enrico Panunzi, quelli comunali Livio Treta e Chiara Frontini, l’assessore Tonino Delli Iaconi). «Dobbiamo rompere i tabù, dobbiamo gettare una pietruzza anzi un macigno nello stagno di questa città», tuona il massimo dirigente della scuola. Che denuncia la poca attenzione quando non l’apatia delle istituzioni e delle realtà imprenditoriali e associative.

«Manca il sistema – spiega l’ispettore scolastico, Mauro Arena – cioè la capacità di fare squadra che può e deve costituire la base per avviare un motore formativo nel mondo del lavoro. Cosa fare? Intanto mettere insieme realtà scolastiche che già operano nel settore dell’attività educativa professionale. Insomma, la priorità è puntare a un polo tecnico tra vari istituti con lo stesso indirizzo, che inglobi potenzialità (economiche, tecniche, sociali) per poi ridistribuirle sui diversi fronti scolastici. L’incontro di oggi alle ”Biblioteche” è diventato il momento di partenza. Ed è chiaro che le istituzioni devono fare la loro parte. Come non è francamente avvenuto nel tempo.

«Solo con tanti sforzi siamo riusciti a venire fuori del ghetto della disabilità e a diventare un polo di eccellenza», puntualizza il preside dell’Orioli.

I numeri sono lì a parlare chiaro: 73 sono gli alunni diversamente abili ospitati nella scuola; 102 quelli con disturbi apprendimento. Quasi 300 in totale i soggetti con difficoltà di carattere genetico a vario titolo. La loro crescita è rilevante: sono passati da 20 a 102 nell’ultimo triennio. Sono seguiti da ben 44 insegnanti di sostegno, un terzo dell’intero collegio docente.

Peccato che lo scenario risulti ben diverso in altri istituti cittadini: 2 ragazzi diversamente abili presenti al Savi, 1 al Classico, nessuno allo Scientifico. Quadro non incoraggiante, ma che rappresenta anche un motivo in più per scendere in campo con tutte le forze disponibili. Compresa, anzi soprattutto, quella buona volontà.

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