Jubilate/ Sabbia la poesia di Maria Teresa Muratore

La scrittrice Maria Teresa Muratori ci consegna l’inedita poesia scritta durante la rappresentazione di “Sabbia”, lo straordinario spettacolo teatrale portato in scena il 3 marzo nella Sala del Conclave da un gruppo di rifugiati ospiti del C.A.R.A. Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto (Roma) gestito da Auxilium.
Sabbia rappresenta la ricerca ostinata di una terza parola che possa comprendere il gesto di chi rischia la vita su un barcone e quello di chi tende la mano sulla porta di casa . Quella parola che per Maria Teresa Muratore si è fatta poesia.

Sabbia.

Quella scarpa
quella scarpa rovesciata
che per loro è un insulto a Dio
è la testimonianza della fine
del dire mi arrendo
niente più conta
niente

come una scena che ti si rivela piano piano
e vedi allora cose che all’inizio ti erano sfuggite
dettagli che non avevi notato
cose che affiorano e prendono corpo all’improvviso
svelandosi in tutto il loro
compiuto
significato

erano uomini
con le loro vite
giocate
arrischiate
con la loro dignità
negata
con il loro coraggio
i loro sogni
annientati

e poi alla fine
se li guardi da sotto i piedi
sono come noi

e quanta sabbia usciva dai quei pugni chiusi
quanta ne usciva
quanta sabbia può contenere un pugno chiuso?
quanto dolore può contenere un cuore.
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