Un festival «europeo» che riscopre la drammaturgia

Quartieri dell’Arte», fondato nel 1997, un appuntamento accudito, tra il viterbese e Roma, da Gian Maria Cervo fondatore e direttore artistico insieme ad Alberto Bassetti, è diventato uno dei principali appuntamenti per la drammaturgia contemporanea. Basta ricordare una delle esperienze più felici di questa estate, il «Ric» organizzato a Rieti da Atcl e Regione Lazio d’intesa col comune, e che presentava una trilogia dedicata a Jon Fosse, uno dei drammaturghi pià celebrati in tutto il mondo. Non era ancora così nel 2001 quando «Quartieri dell?Arte» presentò Fosse al pubblico italiano («Qualcun arriverà»). E proprio questa fertile ricerca ha permesso ai «Quartieri» di ospitare i drammaturghi della Schaubühne diretta da Thomas Ostermeier (con «C.E.T- Central European Time. Monologo per una donna» di Roland Schimmelpfennig nel 2000) , Tony Kushner («Ode dell?East Coast a Howard Jarvis», 2002), John Bock («Healing/Curando», 2006) o Juan Mayorga («Se sapessi cantare mi salverei», 2009). Progetti che hanno superato i confini italiani: «Call Me God» di Gian Maria Cervo, Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd coprodotto con il Residenz Theater di Monaco di Baviera, il Teatro di Roma e il Romaeuropa Festival, proposto per soli tre giorni al Teatro Argentina nel 2012, è stato confermato per il terzo anno consecutivo in repertorio nel teatro di stato bavarese. «Tra il naso e il cielo» riscrittura pirandelliana di Gian Maria Cervo, sviluppata in forma di workshop al Festival, dopo aver debuttato in Russia è andata in scena in cinese alla Shanghai Theatre Academy (la più prestigiosa istituzione teatrale del paese). La prossima sfida è un ciclo tematico dedicato a William Shakespeare, al rapporto tra la scrittura shakespeariana e la drammaturgia di lingua e di linguaggio contemporanea che prenderà via con la XVIII edizione di Quartieri dell’Arte (dall’ 1/9 al 30/10/2014 tra la provincia di Viterbo e Roma ,per un totale di 14 eventi,   dedicata, in occasione del 450° anniversario della nascita di Shakespeare, al rapporto tra il language playwriting contemporaneo e la drammaturgia shakespeariana (con i suoi debiti italiani e europei).

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