È Melissa Rossi la vincitrice del secondo premio “Romiti Junior”

Diego Galli

Romiti Junior, il premio riservato agli studenti delle scuole superiori della provincia di Viterbo e i loro scritti a tema giallo-noir, è giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Ancora una volta, a ospitare la premiazione è stato Ombre Festival, una cornice d’eccezione che da anni accompagna le caldi notte estive viterbesi con appuntamenti legati alla letteratura e alla cultura. Tema scelto per questo 2017 è quello dell’omertà, quella forma di solidarietà corrotta, atta a coprire malefatte tipiche della mafia; vengono inoltre celebrati i 25 anni dalla scomparsa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, eroi che combatterono fino alla fine contro questi “anti-valori”.

Tra i quindici finalisti, tutti giovani scrittori delle scuole superiori di Viterbo, a vincere è stata l’elaborato intitolato “La Scelta” della giovanissima Melissa Rossi, una studentessa del Liceo Scientifico “P. Ruffini” di Viterbo. Secondo e terzo posto, invece, sono andati rispettivamente a  Chiara d’Ambrosio  e a Marianna Burla, entrambe del Liceo Classico “M. Buratti”, sempre di Viterbo città.
L’evento, presentato da Romano Lucarelli e Rosita Geri, ha inoltre mostrato parte del risultato finale del reportage realizzato da Michele Furci e Riccardo Panza: “Resilienza”. Con la loro opera, i due autori hanno voluto dare voce alle realtà calabresi e siciliane che stanno combattendo la mafia sul suo stesso territorio. La mostra, allestita all’interno della Sala Regia del Comune di Viterbo, concede a tutti gli spettatori di vedere con i propri occhi come i giovani di quelle due Regioni abbiano deciso di resistere e ribellarsi alla mafia, recuperando immobili sequestrati e riadattandoli a scopi decisamente più alti. “E’ un progetto che vuole parlare delle realtà mafiose e capire la risposta dei cittadini del Sud alla mafia”, hanno spiegato i due autori. “Siamo andati in realtà dove giovani hanno preso in gestione beni confiscati dalla mafia e stanno lottando per creare cultura”.
Immancabile Alessandro Maurizi, Sovrintendente Capo della Polizia di Stato e Presidente dell’Associazione Letteraria Mariano Romiti, che ha dato vita proprio all’omonimo premio. Le sue parole sono subito andate a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, protagonisti di questa nuova edizione dell’Ombre Festival: “Dopo l’ombra, tema dello scorso anno, l’omertà, in onore a Falcone e Borsellino. Prima della loro morte, tutti i processi di mafia in Italia fallivano, miseramente”. Quest’anno è infatti una ricorrenza speciale per i due eroi: siamo a 25 anni dalla loro prematura scomparsa e Maurizi ha colto l’occasione anche per ricordare che alcuni “eroi” sono ancora vivi, ma dimenticati. Uno di questi è sicuramente Alfonso Giordano, magistrato che venne chiamato a presiedere il primo maxiprocesso alla mafia iniziato a Palermo il 10 febbraio 1986, che si concluse il 16 dicembre 1987 con 19 ergastoli e ben 2665 anni totali di reclusione. “Era un civilista”, spiega Maurizi, “e scelse di portare avanti quel processo perché nessun altro ne aveva il coraggio”.
Ospite d’onore Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, che ha ringraziato ancora una volta gli organizzatori di Ombre Festival per aver dedicato tanto spazio al suo defunto marito. “Giorgio ha sempre avuto un rapporto meraviglioso con i ragazzi. Spesso veniva chiamato nelle università e nelle scuole superiori per parlare di creatività”, ha voluto ricordare. “Era un eterno diciassettenne, e per questo aveva un feeling unico con i ragazzi delle scuole. Era sempre a disposizione per insegnare a chi chiedeva tutto quello che poteva”.

All’evento sono inoltre intervenuti Alessandra Troncarelli (assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Viterbo) e Mario Brutti (presidente della Fondazione CariVit), che fin dai suoi inizi supporta e condivide gli ideali sui quali si basa Ombre Festival. Infine, a fare da sottofondo musicale alla premiazione, la chitarra e la voce di Federico Bruzzaniti, che ha suonato “Cento Passi” dei Modena City Ramblers (canzone che ricorda l’omonimo film di Marco Tullio Giordana dedicato alla storia di Peppino Impastato, giornalista assassinato dalla mafia) e “Pensa” di Fabrizio Moro.

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