Abbazia di San Martino al Cimino, l’interessante ultima scoperta del ricercatore e fotografo Luca Storri

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Abbazia di San Martino al Cimino: la sua chiesa è perfettamente orientata con il Sole, secondo un modello astronomico e matematico utilizzato dai Cistercensi.

Il ricercatore e fotografo Luca Storri, dopo anni di ricerca, può ormai affermare che la chiesa di San Martino al Cimino sita nell’omonimo paese, è perfettamente allineata con i fenomeni astronomici principali solari dell’anno, quali equinozi e solstizi, ma non solo.

In un luogo tanto caro ai papi nel medioevo, ma anche e soprattutto all’ordine dei monaci Cistercensi, Storri afferma che la chiesa di San Martino al Cimino e il suo complesso abbaziale sono la perfetta coesione tra cielo, terra e zone infere, costruiti secondo un modello astronomico e matematico, legato anche alla simbologia sacrale e al concetto di cosmogonia, già attestati da storici delle religioni e medievisti. Lo studioso dichiara non solo di aver trovato nell’abside principale uno dei simboli caratteristici utilizzati dai cistercensi nella costruzione delle loro chiese e abbazie, ma anche di aver scoperto che il complesso risulta allineato con i principali fenomeni solari dell’anno, quali gli equinozi e i solstizi, corrispondenti al modello di orientamento cistercense.

È interessante notare che in questo luogo come negli altri insediamenti cistercensi, l’orologio astronomico che la struttura templare presenta al suo interno è di pregevole fattura; non si tratta di un orologio vero e proprio, ma di un orologio di pietra, di un calendario, che attraverso il movimento che il sole compie durante l’anno (nell’eclittica), scandisce come un calendario il tempo della chiesa, dei rituali, delle festività utili gli offici dei monaci bianchi durante il loro percorso annuale, tra festività da celebrare e ricorrenze da tenere a mente nella maniera più precisa possibile.

É importante sottolineare che nel luogo esisteva un insediamento benedettino, ma il monastero era stato riformato nel 1145 da un gruppo di monaci cistercensi provenienti dall’abbazia savoiarda di Saint – Sulplice, a sua volta figlia della grande abbazia di Pontigny, in Francia. Un’altra chiesa della provincia di Viterbo è di questa stessa linea di discendenza – famiglia: quella di Falleri, sita nell’antica città romana di Falerii Novi, nel territorio del comune di Fabrica di Roma. Qui, nel 2009, il dott. Sandro Sciosci ha scoperto l’allineamento solare equinoziale della struttura; a lui si deve la scoperta dell’orientamento della chiesa di Falleri, mentre a Storri quella, risalente a diversi anni fa, dei simboli contenuti nella chiesa e del calendario in essa custodito e già divulgato in un ciclo di conferenze tenute anche in sede istituzionali italiane.

Non ci si deve dimenticare che alla fondazione dell’Abbazia di San Martino al Cimino non era mancato il sostegno di Eugenio III, il primo papa cistercense. La comunità dei monaci bianchi non ebbe vita facile nell’edificazione di questa struttura e, dopo un lungo periodo di crisi, l’abbazia venne rinnovata nel 1207 per iniziativa di papa Innocenzo III, il quale favorì l’arrivo di una nuova colonia di religiosi proveniente direttamente da Pontigny.

Dalle fonti storiche in nostro possesso, con ogni probabilità, la chiesa era stata iniziata nel XII secolo, a partire dall’abside, e i lavori vennero ripresi con il rinnovamento della comunità. Nel 1225 si ha notizia di una prima consacrazione ma, nel secolo successivo, probabilmente a causa di un crollo, venne ricostruito il corpo longitudinale.

Da notare che il complesso della chiesa di San Martino si presenta come un edificio completamente diverso dagli altri edifici italiani legati all’ordine cistercense, confermando la ricchezza di percorsi dell’architettura cistercense. È da ritenere che tale diversità sia da ricondurre alla discendenza dalla linea di Pontigny, alternativa a quella di Clairvaux, ma anche il legame iniziale con l’abbazia di Saint – Sulpice può aver giocato un ruolo chiave nella costruzione.

Il chiostro, purtroppo sopravvissuto soltanto in parte, con la sala capitolare, il refettorio e la manica adiacente, si trova in posizione anomala rispetto ai classici canoni cistercensi, come è capitato anche in altre abbazie cistercensi in Italia; ubicato a nord, molto probabilmente per adattarsi alle condizioni del terreno in pendenza.

Anche il chiostro dell’abbazia madre di Saint – Sulpice era collocato a nord della chiesa, come hanno dimostrato le ricerche archeologiche effettuate nel sito situato sulle montagne della Savoia e la stessa configurazione planimetrica si ritrovava anche nel complesso di Pontigny. Quindi, a ragion di logica, la scelta di collocare il chiostro a nord doveva riprendere un modello diffuso nelle filiazioni della grande abbazia francese.

Storri afferma che la chiesa e il complesso abbaziale di San Martino al Cimino è un vero e proprio patrimonio, una perla da visitare e da conoscere nella sua completa interezza storica e simbolica, in modo da divulgare la grande conoscenza matematico – filosofica – religiosa che questa antica struttura custodisce ancora oggi fra le sue antiche mura.

Lo studio sulla luce e il suo significato che Storri ha compiuto su questa chiesa (e su altre della Tuscia) è stato già oggetto di conferenza al Museo Nazionale Etrusco dell’Albornoz di Viterbo e presto in altre sedi e merita di essere portato a conoscenza di tutti, così da riscoprire l’antico sapere perduto ormai da secoli.

 

Luca Storri
Luca Storri
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