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lunedì, aprile 28, 2025

Alberini 00. L’uomo che inventò il cinema italiano, il libro di Riccardo Lestini

Il cinema italiano, con una storia a dir poco gloriosa, ha fatto scuola nel mondo.
Eppure, un vizio storiografico antico ha fatto sì che tutto ciò che precede la grande epopea neorealista sia trascurato – o direttamente ignorato – con la più sbrigativa delle superficialità.
Peccato. Perché tra la polvere di quei decenni ignorati giacciono storie non solo interessati – o addirittura sensazionali – ma a dir poco decisive e cruciali per tutto il cinema che verrà.
Una di queste è l’incredibile di Filoteo Alberini da Orte un ragazzo che, privo di mezzi, soldi e formazione specifica nel settore, armato soltanto di passione ed entusiasmo seppe trasformarsi in uno dei pionieri più decisivi della storia del cinema, rischiando addirittura di inventarlo, il cinema, non riuscendoci per un soffio.
E che, una volta bruciato al fotofinish nell’invenzione del secolo dai fratelli #Lumière, seppe risorgere proponendosi – ma mai, ahilui, imponendosi – come gestore di sale cinematografiche, regista (suo il primo film a soggetto della storia del cinema italiano), ispiratore di quel grandioso paese dei balocchi che sarebbe diventato #Cinecittà.
Parliamo tanto di eccellenze nazionali.
Alberini è una di queste, assurdamente e ingiustamente dimenticato, nonostante sia l’incarnazione dell’origine, dell’alba di quel sogno smisurato chiamato cinema.
Una storia incredibile, avventurosa come e più di un romanzo, per cultori o per semplici amanti del bello, che meritava di finire in un libro.
ALBERINI 00. L’uomo che inventò il cinema italiano
di Riccardo Lestini
Bibliotheka Edizioni, collana Cinema del 900, a cura di Massimo Moscati
Prefazione di Giulia Tellini
IN LIBRERIA – NEGLI STORE ON LINE
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Filoteo Alberini, nato a Orte nel 1867, nella contrada di San Giovenale.Qui, grazie a un ambulante, scopre la fotografia, una passione travolgente che coltiva grazie a un vecchio apparecchio che gli regala il suo parroco.Ma nella provincia di fine ottocento, non c’è modo di trasformare quella passione in un lavoro. Così, come tanti giovani, lascia il paese natale in cerca di fortuna. Finisce a Firenze, dove trova un onesto impiego al catasto. Ma soprattutto, dove ha modo di vedere il kinetoscopio di Thomas Edison, la prima macchina capace di catturare e riprodurre il movimento.

È un incontro fatale. Il pioniere di Orte, da solo, senza soldi e senza alcuna formazione specifica in materia, in pochi mesi costruisce una macchina in tutto e per tutto identica al celebre cinematografo Lumière. La battezza kinetografo.

È, di fatto, l’invenzione del cinema. Peccato solo che, nella corsa ai brevetti, i fratelli francesi, più ricchi ed esperti, arrivino per prima, bruciando Alberini al fotofinish. Ma questo è solo l’inizio di una storia avvincente e avventurosa come un romanzo.

Smaltita la delusione per aver mancato di un soffio l’invenzione di un secolo, il genio coglie prima di chiunque altro tutte le potenzialità del cinema.

A raccontarci questa vita incredibile, con uno stile più vicino a un romanzo che a un saggio, è lo scrittore e regista Riccardo Lestini nel volume Alberini 00. L’uomo che inventò il cinema italiano, fresco di stampa, edito dalla casa editrice romana Bibliotheka, quarto volume della collana “Cinema del 900” diretta da Massimo Moscati.

Un libro che recupera questa storia ingiustamente dimenticata restituendo al suo protagonista il ruolo che più gli spetta e gli compete: quello di padre indiscusso del cinema italiano.

 

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