Antonella Sberna, neo eletta al Parlamento Europeo con Fratelli d’Italia con quasi 48 mila voti, si prepara ad affrontare un nuovo capitolo di vita politica tra Strasburgo e Bruxelles. Classe 1982, mamma di tre bimbe e moglie di Daniele Sabatini, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, è la prima europarlamentare viterbese.
La raggiungiamo al telefono poco prima di un volo per la capitale belga, in un inizio luglio concitato da impegni e preparativi. Già volto noto nell’amministrazione comunale (tra gli incarichi ricoperti c’è quello di assessore ai servizi sociali), la Sberna ci concede a una chiacchierata informale per farsi conoscere più da vicino.
A chi hai dedicato la tua vittoria elettorale?
A mio padre Maurizio che purtroppo non c’è più ma che ho sentito sempre vicino e presente in queste settimane di campagna elettorale e da cui ho imparato tanto. Se oggi sono quella che sono lo devo soprattutto a lui e alla mia mamma per le opportunità che mi hanno dato e per il sostegno nelle scelte e nei bivi che la vita mi ha presentato. Poi ovviamente alla mia famiglia, a mio marito Daniele e alle mie figlie, alle persone che hanno creduto che mi hanno dato fiducia e a tutta la comunità di Fratelli d’Italia che ha creduto e lavorato affinché potessimo veramente portare la Tuscia in Europa.
Ti si prospetta una nuova sfida professionale fatta, tra le tante cose, di equilibri familiari che cambiano: come farai a conciliare questa tua nuova vita in trasferta tra Bruxelles e Viterbo? C’è qualcosa che ti spaventa?
Cercherò di conciliare nel miglior modo possibile l’impegno in Europa con il mio ruolo di mamma e di moglie. Certo, non nascondo che questa nuova situazione ha in qualche modo sconvolto i nostri equilibri familiari e ci ha posto davanti alla necessità di ottimizzare i tempi di vita di tutti affinché si possa conciliare l’importante mandato ricevuto con il progetto di vita familiare che abbiamo fortemente voluto e costruito nel tempo. Mio marito e le mie figlie restano naturalmente al primo posto ma credo che con lo stesso coraggio messo in campo fino ad ora tutto si potrà affrontare serenamente. Il Parlamento europeo è il luogo istituzionale più importante da dove arrivano decisioni fondamentali e strategiche destinate ad incidere profondamente sulla vita delle nazioni e dei cittadini. È dunque un luogo dove è importante essere presenti per poter contribuire a cambiare le cose e soprattutto per tutelare gli interessi dell’Italia e anche dei nostri territori. È la prima volta che la Tuscia è rappresentata in Europa e questa è per me una grande responsabilità. Sono la prima europarlamentare di Viterbo e non posso fallire. Alle nostre bimbe abbiamo detto che la mamma lavorerà tra Bruxelles e il territorio e che tutti stiamo lavorando per lasciare loro un mondo migliore.
La tua attività politica inizia a Bruxelles nel 2005. A distanza di anni vi torni in veste diversa: da donna e politica, cosa è cambiato da allora e cosa, invece, è rimasto immutato?
Ci torno con il consenso di tantissimi cittadini che hanno creduto in me e grazie al partito di Fratelli d’Italia che ha scelto di investire su una candidata del territorio. Diversamente dal passato avverto molto di più la responsabilità di dover contribuire a cambiare questa Europa e renderla sempre più vicina alle istituzioni e alle persone. C’è senza dubbio un clima diverso rispetto al passato, c’è un vento di cambiamento che spira e che proprio noi di Fratelli d’Italia abbiamo contribuito a portare al Parlamento europeo rafforzando il gruppo dei Conservatori europei e con esso il centrodestra, offrendo la possibilità di un’alternativa. Senza dubbio grazie al lavoro di Giorgia Meloni l’Italia oggi ha più peso in Europa ed è pronta a farlo valere. Come donna naturalmente non posso non provare una certa soddisfazione nel vedere come il ruolo delle donne si sia notevolmente rafforzato in Europa dove sono proprio le donne a governare i centri di potere più importanti.
La politica è donna: quanto ti rispecchia questa affermazione?
Francamente ritengo che la politica debba puntare unicamente sul merito, indipendentemente dall’appartenenza al genere maschile e femminile. Giorgia Meloni ne è l’esempio più evidente. È la prima donna che è riuscita a diventare capo del governo, una donna di destra che ha smentito anni di propaganda femminista e di sinistra. Ma ci è arrivata conquistando la fiducia degli elettori con la militanza attiva e con l’ottimo lavoro che ha saputo svolgere sia come ministro che come leader politico. E tutto ciò che ha ottenuto lo ha conquistato lavorando e conseguendo risultati, non certo attraverso scorciatoie come le quote rosa. Quindi ritengo che essere donna possa sicuramente rappresentare un valore aggiunto, ma è il merito che in politica può e deve fare la differenza.
Dal 2018 sei stata assessore ai servizi sociali, alle politiche giovanili e della famiglia: facendo un bilancio di questi anni di lavoro, qual è quella che reputi la tua più importante conquista? Qual è il più gran rimpianto?
Nelle scorse settimane ho ricevuto un’onorificenza della Croce Rossa per l’impegno da me svolto in veste di assessore alle Politiche sociali nei primi mesi del 2020 quando è scoppiata la pandemia. In quei drammatici periodi è stato davvero straordinario il grande lavoro che, anche grazie al supporto della Croce Rossa, siamo riusciti a mettere in campo per sostenere gli anziani e le persone fragili costrette in casa alle quali abbiamo offerto aiuto e assistenza. È stato in quei momenti che ho capito quanto sia importante e fondamentale il ruolo del volontariato nel successo delle politiche sociali e come sia necessario sostenere tutte quelle realtà del terzo settore che contribuiscono concretamente a migliorare le condizioni di vita di chi è più in difficoltà. La soddisfazione più grande è stata sicuramente quella di ricevere attestati di stima da tante associazioni e cittadini per l’impegno svolto in favore delle tante fragilità umane e sociali che ho potuto incontrare nei tanti anni di amministrazione. Gli sguardi, le strette di mano, gli attestati di stima gratuiti credo siano la soddisfazione più grande che un amministratore possa ricevere nel tempo. L’unico rimpianto è di aver dovuto interrompere il lavoro, quel lavoro al servizio del sociale, troppo presto.
Al di là dei luoghi istituzionali, parlaci della Bruxelles che conosci e che ami frequentare.
Bruxelles è una fredda città del nord Europa, piena di storia e di architettura bellissima. I piccoli bistrot, le pietanze che puoi assaggiare, alcuni luoghi così pieni di ricordi personali contribuiscono in realtà a farmi percepire questo luogo un po’ come una seconda casa. Ha una familiarità che non so spiegare ma che rende meno difficili e meno faticose le lunghe giornate che passerò lontana da casa.
Dove immagini il tuo futuro?
Beh già immaginarmi dove sono mi dà l’idea di futuro. Solo qualche settimana fa quello che stiamo raccontando oggi non era proprio all’ordine del giorno. Non saprei immaginarmi in un futuro diverso da quello che sto vivendo in questo presente e credo che prima di pensare troppo al domani è necessario concentrarsi sul presente e svolgere questo ruolo così importante con serietà, determinazione e lavoro di squadra. Questa la ricetta per portare risultati concreti e dare risposte concrete e reali a che con tanta forza e altrettanta determinazione ha espresso così tanta fiducia in me, in noi e nel progetto politico che Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia stanno portando avanti per il bene della nostra amata Italia.