“Nel seno, oltre al cibo, il bimbo cerca e trova affetto, consolazione, calore, sicurezza e attenzione. Non è solo una questione di alimento. Il bimbo reclama il seno perché vuole il calore di sua madre, la persona che conosce di più. Per questo motivo la cosa importante non è contare le ore e i minuti o calcolare i millilitri di latte, ma il vincolo che si stabilisce tra i due che è una sorta di “continuazione” del cordone ombelicale”
Carlos González, Un dono per tutta la vita, 2008
Siamo partiti da questa citazione per far comprendere l’importanza di un argomento che risulta essere estremamente vasto e va perciò chiarito su molte questioni.
Siamo decisamente convinte di trovarci spesso a dover discutere di questo tema come se fosse solo un modello di comportamento; crediamo invece che andrebbe diffusa un’indicazione capillare sul come e quando si può allattare con il latte di mamma, ciò al fine di poter permettere alle mamme di formulare una scelta adeguata e nel rispetto delle esigenze di entrambi; mamma e bambino o bambina.
L’Unicef ci suggerisce: “Per promuovere la pratica dell’allattamento è necessario costruire una “cultura dell’allattamento” nel contesto più ampio di una conoscenza dei diritti per l’infanzia a partire dal diritto alla salute sancito dall’articolo 24 della Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. L’UNICEF Italia è impegnato nella promozione di questo programma che si inserisce in un quadro più ampio, con le strutture Sanitarie, scuole, municipalità…
“L’allattamento è importante per la salute della madre e del bambino a breve e a lungo termine, sono importanti sia la pratica dell’allattamento sia la composizione del latte materno”.
Partendo da queste ferme convinzioni, possiamo affermare che il bambino o la bambina che prendono il latte di mamma possono tranquillamente essere ambientati in un asilo nido, l’importante è che ci sia chiarezza da parte degli adulti così da poter offrire più opportunità di accudimento nei confronti del piccolo.
Là dove ci sarà la necessità, ricordiamo che i bambini sanno trovare da soli le strategie e le modalità di rilassarsi per un sonno anche senza “il seno della mamma”, inoltre il contributo da parte delle educatrici sarà fondamentale per trovare ed applicare quelle cure amorevoli di cui il bambino o la bambina farà richiesta. Anche con lo svezzamento in atto, che avviene intorno ai 6 mesi, il neonato può tranquillamente mangiare al nido e continuare ad essere allattato dalla mamma.
Dopo qualche ora di nido ritrovare il piacere di stare in braccio a mamma, di poter fare una bella “ciucciata”, non potrà che dare gratificazione al piccolo. Quindi togliere il seno prima di un inserimento al nido, dove già inizia una fase di cambiamento, non serve e soprattutto può portare maggiori insicurezze sia alla mamma che al neonato…
Perciò, cari genitori e soprattutto care mamme, potete tranquillamente continuare ad allattare “insieme” al nido che, a questo punto, può essere frequentato anche se il bambino è molto piccolo (3/4 mesi); su “richiesta” del bimbo si contatta la mamma che viene ad allattare sul posto; in alternativa si può lasciare il proprio latte al nido in caso di assenza prolungata del genitore ed infine si può allattare al nido quando mamma e bambino si incontrano, in un angolo predisposto per questo momento cosi importante.
L’allattamento al seno ha effetti che trascendono la sua funzione di assicurare al neonato il nutrimento di cui ha bisogno: l’esperienza dell’allattamento è l’esperienza centrale della vita del bambino, è l’evento centrale dell’esistenza infantile, il mattone fondamentale su cui, se tutto va bene, il bambino costruirà la sua fiducia in se stesso, nelle persone significative della sua vita e per estensione nel mondo.
Bruno Bettelheim, Un genitore quasi perfetto, 1987
Il sito “La Leche League” ci può guidare per avere delle risposte alle nostre domande sull’allattamento.
*Educatrice e Formatrice
www.bottegadeitalentiviterbo.it
PROSSIMO APPUNTAMENTO: 27 aprile