Battuta di caccia al cinghiale a Civita: come si concilia la pericolosità della caccia con la sicurezza e la tutela del turismo?

Battuta di caccia al cinghiale a Civita: come si concilia la pericolosità della caccia con la sicurezza e la tutela del turismo?

Quanto successo ieri a Civita di Bagnoregio mi spinge a fare una riflessione e a porre qualche domanda a cui, spero, qualcuno sarà in grado di rispondere. Sono una guida turistica e ieri ero in visita a Civita, insieme ad una collega, con un gruppo di 80 turisti italiani, in un borgo gremito di visitatori, la maggior parte dei quali di provenienza nord Europa ed est asiatico. All’arrivo al ponte, intorno alle 10 del mattino, siamo stati accolti da un gran baccano provocato da grida umane, rumori vari e latrati di cani coinvolti in una battuta di caccia al cinghiale proprio sotto il ponte di Civita e su tutta la valle che si estende intorno a Civita, in una domenica affollata di turisti che attraversavano a migliaia il ponte e il borgo. Uno dei cacciatori, probabilmente un canaio, con il suo segugio, era proprio appostato sotto uno dei piloni del ponte, e lì è rimasto per oltre tre ore gridando in continuazione. La prima domanda che sorge spontanea è se tale battuta di caccia avesse tutti i regolari permessi per essere svolta così a ridosso della rupe e del ponte. Ma anche in caso affermativo, e cioè anche qualora la battuta fosse regolarmente stata autorizzata proprio in quel luogo, ci si chiede se sia opportuno organizzare battute di caccia in un territorio a vocazione turistica così altamente frequentato non solo da turisti che attraversano il ponte e si affacciano dalla rupe di Civita, ma anche da escursionisti che percorrono i sentieri di trekking tra i calanchi e nella valle. La presenza dei cacciatori con il loro vociare chiassoso, e dei cani con la loro cagnara nervosa, hanno inquietato moltissimi turisti, spaventati da quel clima di tensione e di aggressività e sbigottiti dalla vicinanza della battuta al sito turistico. Dire che la caccia è un’attività altamente pericolosa dovrebbe essere superfluo, e invece è ancora oggi necessario ribadirlo e spiegarlo. E’ notizia di ieri che a Cagliari due cacciatori sono morti in condizioni ancora da chiarire. E secondo gli ultimi dati OIPA, le vittime della stagione venatoria 2023-2024 sono state 68 (12 morti e 56 feriti) di cui 28 non cacciatori (6 morti e 22 feriti). Autorizzare battute di caccia in territori così densamente frequentati, soprattutto di domenica, espone escursionisti, turisti e cittadini non solo a gravi rischi per la loro incolumità, ma limita anche la stessa libertà di circolazione delle persone, che è un diritto costituzionale tutelato dall’articolo 16 della costituzione. Se si pensa poi che il Comune di Bagnoregio aspira ad ottenere l’inserimento di Civita nella lista dei siti patrimonio dell’Unesco, come si concilia questa nobile aspirazione con la pratica di un’attività così violenta e pericolosa?

 

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