Civita Castellana ricorda Paternesi e la sua pittura che odora di terra

di Paola Maruzzi

Taglio del nastro della mostra dedicata ad Alesssio Paternesi presso Forte Sangallo

A poco più di un anno dalla sua scomparsa, il comune di Civita Castellana ricorda Alessio Paternesi con una mostra visitabile presso il Forte Sangallo fino all’8 dicembre, mentre dal 10 al 31 si sposterà al Museo della Ceramica C. Marcantoni. Il tributo ha preso il via all’interno dell’evento “Lezioni d’arte”, un appuntamento giunto alla terza edizione e voluto proprio dal maestro civitonico con l’obiettivo di mantenere vivo un dialogo con città che gli ha dato i natali.

Presenti al taglio del nastro il sindaco Luca Giampieri, il consigliere regionale Daniele Sabatini, la direttrice del Forte Sangallo Sara De Angelis, la figlia Monica Paternesi, l’ispettore onorario del Ministero della Cultura Felice Orlandini, lo scultore Francesco Maria Capotosti, il professore Alessandro Francocci e il dirigente dell’IIS “U. Midossi” Alfonso Francocci.

Con l’occasione l’amministrazione comunale ha annunciato l’imminente intitolazione a Paternesi della piazzetta antistante la fortezza Borgiana, un passo ulteriore per cementare il legame tra il Maestro e la città delle ceramiche.

Gli eventi dedicati a Paternesi che di qui a fine anno si susseguiranno in altri comuni della provincia mettono a frutto un finanziamento regionale per la promozione dell’artista nella sua Tuscia, un’iniziativa che però non ha visto tra i vincitori Viterbo, città in cui ha vissuto e insegnato. Francesco Maria Capotosti è invece tra quei viterbesi che non si stanca di ricordare l’eredità culturale e umana dell’ultimo metafisico (così lo definì Roberto Matta).

A margine dell’incontro lo scultore e orafo racconta: “Parlare di Alessio mi fa tornare in mente la mia infanzia. A lui devo l’avvicinamento al mondo della manipolazione dell’argilla. Era impossibile non rimanere colpiti dalla sua voglia di vivere e dalla sua positività. Diceva di ispirarsi all’arcaismo etrusco pur rifacendosi all’equilibrio di Piero della Francesca. L’estetica di Paternesi è ossimorica, è etrusco-rinascimentale. La sua eredità continua a sopravvivere”.

Oltre a soffermarsi sulla sperimentazione di Paternesi in campo ceramico (è stato il primo ad aver traslato la tecnica industriale del vitreous china in ambito artistico), Capotosti ha ricordato alcune importanti figure del panorama artistico internazionale con le quali l’artista viterbese ha intessuto profondi rapporti. Tra questi l’amicizia con Renato Guttuso e con il poeta spagnolo Rafael Alberti, che di lui scrisse: “La sua pittura ha l’odore della terra. Sa di creta e di fango, di rugiada all’alba d’ocre dorate, rossi cupi e silenzi sereni che riposano già in un cavallo, un gatto, una ragazza nuda”.

Uno stile, chiude Capotosti “che ha trovato un punto di contatto con i ragazzi del Liceo Artistico U. Midossi di Civita Castellana: gli studenti dell’indirizzo Figurativo hanno infatti realizzato un pannello decorativo per rendere omaggio al Maestro che, anche grazie alla sua esperienza di professore nelle scuole secondarie di I grado, amava e sapeva parlare ai giovani”.

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