Coldiretti Viterbo contesta l’ordinanza del sindaco di Nepi che vieta l’agricoltura convenzionale

Mauro Pacifici

Coldiretti Viterbo contesta l’ordinanza del sindaco di Nepi, Franco Vita, che vieta l’agricoltura convenzionale, consentendo solo l’agricoltura biologica in alcune aree. E’ quanto è stato ribadito dal presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici, anche nel corso ​di un incontro avuto con il primo cittadino nelle scorse settimane.

“Il sindaco di Nepi ci ha incontrato, ma non ci ha ascoltato – dice il presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici – nel corso del confronto che abbiamo avuto con lui, gli abbiamo espresso le nostre preoccupazioni in merito all’ordinanza, che vieta di fatto la possibilità, in alcune aree, di poter coltivare secondo i metodi convenzionali. Ci siamo opposti a questa decisione e continueremo a farlo. Questo non significa che non abbiamo a cuore la tutela del territorio e della salute”.

Coldiretti Viterbo ha sempre riservato massima attenzione al tema della sostenibilità. “Ed è per questo che ci stiamo battendo – prosegue Pacifici – per un regolamento fitosanitario unico, che rispetti i criteri di competenze. I prodotti che sono stati vietati, sono in realtà regolarmente autorizzati dal ministero e per poterli usare i nostri agricoltori hanno dovuto seguire dei corsi e prendere un patentino”.

Coldiretti Viterbo ha già chiesto in merito anche l’intervento della Provincia, che per giovedì 29 aprile ha convocato la Commissione Consiliare Affari Istituzionali per affrontare il tema relativo all’aggiornamento delle “Linee guida provinciali per l’uso sostenibile di prodotti fitosanitari in agricoltura e per l’adozione di regolamenti comunali o intercomunali”.

“Senza considerare la confusione che si creerebbe con tale disposizione – aggiunge Pacifici – oltre al disagio, per quelle aziende che si estendono su un perimetro, che non abbraccia solo il Comune di Nepi, ma anche altri in cui, invece, il corretto uso dei fitofarmaci è consentito. E’ necessaria una corretta informazione, altrimenti rischiamo solo di creare cavilli controproducenti sia per l’ ambiente, che per gli agricoltori”.

Preoccupazione è stata espressa da Coldiretti Viterbo anche per le ricadute che questa decisione potrebbe avere sui settori economico e turistico, già in affanno a causa delle chiusure imposte dalla pandemia.

“In questo modo – conclude Pacifici – passa un messaggio sbagliato, che oltre a far perdere di competitività le aziende, rischia di creare danni irreparabili sia alle piante – come nel caso della Xylella o della Cimice Asiatica – che alla filiera agroalimentare, ma anche in termini paesaggistici, compromettendo la vocazione turistica del nostro territorio con inevitabili conseguenze sul patrimonio”.

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