Il prof. Matteo Simone, psicologo dello sport, scrittore, pure impegnatissimo nel campo del volontariato ci mostra quali possono essere i propri punti di vista di fronte a chi, in questo periodo delicato, in cui siamo costretti in casa a causa dell’allerta Covid-19, vorrebbe continuare a praticare sport all’aria aperta e agli irresistibili che queste imposizioni non riesce ad accettarle.
“Volevo comunicare qualcosa sullo sport in questo periodo di grave turbamento per tutti e nel frattempo leggevo post di chi chiedeva approvazione per suoi allenamenti; tutti mentre aumentavano morti e persone che li piangevano; in tutto ciò pensavo a come fosse possibile che una parte della popolazione si disperasse e un’altra parte piangesse per non poter fare sport.
Dopo essere stato coinvolto da un amico che mi ha chiesto quale fosse la mia analisi rispetto a tutte quelle persone che sembrano non riuscire a fare a meno dell’attività fisica nonostante l’emergenza globale in atto, in contrasto con chi, invece, si impegna per rispettare chi muore o chi si impegna per salvare vite umane, ho deciso di esporre la mia visione sull’argomento”.
La gran parte degli atleti comprende e si mostra resiliente restando a casa o rispettando spazi e indicazioni raccomandate. È una dura prova che può unirci e rafforzarci facendoci sentire una comunità responsabile e collaborativa. Continuando a dare l’esempio, gli altri potrebbero riflettere e tornare sui propri passi. Il messaggio da dare è che lo sport fa bene soprattutto in questi casi di stress prolungato, ma bisogna considerare le altre priorità ed eventuali controindicazioni, quindi meglio non propagandare l’attività sportiva all’aperto.
Certamente è dura, ma se si cerca di fare del nostro meglio, sviluppando resilienza, si può uscirne più forti e determinati. Purtroppo in questo momento storico bisogna essere pazienti e fiduciosi, aspettando tempi migliori per potersi allenare e scegliere una prossima gara; ora la priorità è sopravvivere, se non altro per ritornare a fare sport, per poter ritornare a sperimentare belle e intense sensazioni, a fare i personal best, ritornare a fare maratone, tornare a gareggiare, insomma sacrificarci oggi per tornare a correre domani.
Non dobbiamo vivere lo stare a casa ora come una costrizione, ma come un’opportunità. Una scelta consapevole e condivisa, approfittando per ricaricarci, per inventarci qualcosa che poi servirà anche dopo. Ogni tanto, secondo lo psicologo, fa molto bene fermarsi a riflettere. Comprendere a che punto ci si trova, da dove si è partiti, dove si vuol arrivare e ricordare quanta fatica abbiamo fatto per iniziare quando tutto sembrava difficile, fino ad ottenere dei risultati, arrivati soprattutto grazie a noi stessi.
Secondo le parole dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, Santo Marcianò:
“Stiamo vivendo un’esperienza inedita, che ci lascia attoniti e ci obbliga a riflettere, a concentrarci sull’essenziale, a riscoprire la bellezza delle relazioni umane e familiari, a ritrovare lo spazio dell’interiorità […] La storia di questo virus, con le restrizioni imposte, ci sta ricordando il valore della vita, di ogni suo attimo e del suo orizzonte di eternità, ben superiore a guadagni personali e bilanci pubblici, e ci sta insegnando che possiamo fare a meno di tante cose superflue, persino di tante cose utili… Ma non possiamo fare a meno gli uni degli altri!”.
In questo momento è ancora più importante focalizzarsi sul grande problema umanitario e provare a non far espandere il virus, quindi restando in attesa di tempi migliori facendo del proprio meglio. Sia per sé stessi che per gli altri, per andare avanti in una vita che sta inevitabilmente cambiando per tutti.
Sono bellissime le esperienze dei runner e dei maratoneti, c’è un clima di emozioni positive e intense che gratificano l’atleta. Ora tutto ciò non è possibile, ora i runner rischiano di essere lapidati se si incontrano per strada, insieme, a distanza ravvicinata. È proprio questo che dobbiamo ricordare, per apprezzare un domani la libertà di correre vicini, aiutandoci e sostenendoci a vicenda. Al momento si tratta solo di rimodulare mete, traguardi e sogni, per riprenderli più in là con maggiore serenità.
Di seguito la testimonianza di resilienza di Mauro Tomasi, capace, secondo il dott. Simone, di trasmettere forza e coraggio: “La crisi nella fase dopo incidente, durata circa 9 anni, l’ho superata trovando l’input per ricredere nella vita, vedendo persone che erano messe molto peggio di me fisicamente, ma psicologicamente messe meglio […]. Vedendo loro ho cambiato anch’io la visione di quello che mi è successo da negativo in positivo, accettando quello che mi era successo come un’opportunità, un’occasione diversa di vivere la vita. E lì veramente ho cominciato a vivere, accorgendomi di quante cose avrei potuto fare nella mia “nuova occasione” che mi è stata donata […]. Tante volte non si apprezza e non si dà valore a quello che si ha, oppure se ne accorge solo quando non si ha più”.
I giorni passano e le cose cambiano di giorno in giorno ma la vita va avanti, perché la vita è resiliente, sa come svincolarsi dai mille problemi, sa come rimanere sempre a galla nonostante tutto. Ora tocca a noi prendere in mano le redini, decidere momento per momento cosa è meglio per noi.
In riferimento alla situazione dal punto di vista di tutti gli sportivi, impossibilitati nello svolgimento delle proprie attività all’interno dei luoghi adibiti, lo psicologo Simone non manca di riportare le parole del Presidente FITri Luigi Bianchi: “Chiedo la collaborazione di tutti voi, in attesa che la situazione gradualmente migliori per tornare presto alla normalità. Detto questo, voglio esortarvi a non mollare in questo momento di difficoltà collettiva. […] Continuate a fare allenare i ragazzi, magari con modalità innovative, fuori dagli schemi, anche individualmente, se necessario ciascuno presso la propria abitazione. Confido nella capacità e nelle competenze dei tecnici delle società che riusciranno ad escogitare sistemi alternativi, ma comunque molto efficaci, per proseguire in maniera produttiva i programmi di allenamento […]”.
In conclusione, le esperienze possono essere traumatiche, ma certe volte da esperienze forti si esce cambiati anche in positivo, sviluppando una maggiore autoconsapevolezza, uscendone più forti. Gli psicologi possono intervenire dove c’è un trauma e una tragedia per contenere ed elaborare il dolore, per accompagnare vittime e familiari, indirizzandoli ad accettare e affrontare l’onda del cambiamento imposta della routine giornaliera in attesa di poter gradualmente ritornare alla quotidianità quando possibile.
Di seguito alcune informazioni utili, a cura degli psicologi dell’emergenza CISOM, che possono aiutarci ad evitare due errori possibili: sopravvalutare o sottovalutare (negare) il problema.
https://www.cisom.org/news-2/covid-19-reazioni-psicologiche-e-vademecum-per-bambini/
Tanti i testi pubblicati dal prof. Simone sulla psicologia dello sport che si possono acquistare in on line presentano i diversi aspetti dalla auto efficacia, entrando nei metodi tecnici di intervento di ognuno in base alla propria persuasione o scelta ritrovandone spunti significativi:
Prospettiva Editrice sostiene il #iorestoacasa fissando ad €1 (simbolico) le spese di spedizione su tutto il catalogo on line. La consegna avverrà con corriere.
Lo scopo di questo primo intervento del prof.Matteo Simone strettamente legato ad un periodo di isolamento è quello di far sperimentare un’attività fisica rimanendo insieme, pur stando lontani!
Contatti:
Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 – 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Sito web: www.psicologiadellosport.net
Blog: http://ilsentieroalternativo.blogspot.it/
Rete del dono: https://www.retedeldono.it/n/86931
Libri: http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
*ha curato la stesura dell’articolo i cui contenuti sono del dr. Matteo Simone