Daniela e Raffaella Sabatini, due genovesi a Viterbo. La musica è un dono al servizio della pace e della fede

di Sara Grassotti

Raffaella e Daniela Sabatini, evento Sodalizio Facchini

Daniela e Raffaella Sabatini sono due musiciste, potremmo dire, che interpretano diversamente lo stesso spartito. Sarà per quella provenienza genovese, patria di poeti come De André, che alla ricerca di un ritmo di vita più contemplativo sono arrivate nella Tuscia. Nel capoluogo della Tuscia, Viterbo, hanno scelto il centro storico, quel quartiere San Faustino spesso non osservato, non ascoltato, che a un musicista ispira note soavi attraverso i magnifici tramonti che sa regalare, il rumore dei passi, l’umanità che si integra, il piccolo mercato, l’esperienza di Umanità con la Tenda del Giubileo esposta in questo periodo che celebra il rito pasquale nella chiesa di San Faustino. Il loro punto di vista è davvero originale e ce lo siamo fatti raccontare in una narrazione a doppia voce.

Parlateci di voi, del vostro legame parentale e musicale, armonico in tutti i sensi…

D. e R.: Essere sorelle e consorelle, quali Terziarie francescane, è certamente un valore aggiunto alla nostra missione musicale, pur nelle rispettive e naturali differenze di personalità che comunque si fondono in complementarietà fino a trasformarsi in assoluta sintonia, in quell’armonioso unicum di vitalità e misticismo che caratterizza anche le nostre interpretazioni musicali.

Quando la musica è entrata nella vostra vita?

D. e R.: La musica è entrata nella nostra vita prima ancora della nostra nascita, grazie ai nostri genitori, entrambi musicisti e grandi appassionati di musica: mamma pianista, papà pittore ma anche melomane e direttore fin da giovane di cori da lui costituiti. Sono stati loro i nostri primi insegnanti, dandoci fin dalla nostra prima infanzia non solo le basi per far crescere e sviluppare il nostro talento musicale, ma dandoci un concreto esempio di pedagogia e didattica musicale, di cui saremo sempre riconoscenti.

Il vostro ideale di vita francescana come Terziarie dichiarate come si incrocia nel repertorio musicale?

D.: Oltre che con arrangiamenti e trascrizioni di antiche Laudi francescane con numerose composizioni da me espressamente scritte e dedicate a Santi francescani quali San Francesco d’ Assisi, San Bonaventura da Bagnoregio, San Crispino da Viterbo e naturalmente Santa Rosa. Ma direi che l’essere francescane coinvolge anche la stessa visione interpretativa oltre che la scelta repertoriale volta nel mio caso alla riscoperta della produzione sacra, religiosa e mariana per pianoforte del grande musicista Franz Liszt, anch’egli Terziario francescano, e della cui riscoperta sono stata artefice. Oltre che nei miei cd “Il Piano di Dio” e “Liszt lives” dedicati all’integrale di tale repertorio, ho curato inoltre la trascrizione per violino e pianoforte di numerosi capolavori lisztiani quali la “Via Crucis” che considero il mio brano dell’anima.

R.: Il mio essere violinista mia avvicina molto a San Francesco, dato che si narra che il grande Santo amava accompagnarsi al canto incrociando due pezzi di legno a mo’ di violino e che durante un estasi gli apparve un angelo che suonava il violino.

Un cammino spirituale che continua, come lo rendete visibile? Con percorsi di fede con composizioni di musica ispirata a Dio e Gesù. In ascolto dell’altro?

D. e R.: Ci hanno definito “le missionarie della musica”, e ci ritroviamo pienamente in questa definizione anche per il nostro voler portare la musica “ad gentes” secondo il mandato che ci è stato dato da Papa Giovanni Paolo II, quando abbiamo rappresentato la musica e i musicisti alla sua presenza durante il Giubileo degli Artisti. Quel “Dio benedica la vostra opera, la vostra musica, la vostra missione e la vostra arte” che Papa Wojtyla ci disse in tale occasione donandoci la sua paterna benedizione risuona sempre in noi e ci spinge nel nostro percorso di musica e fede dove la vocazione si fa ascolto, dove il creare si fa testimonianza di fede e speranza, dove il concerto viene sublimato in esperienza mistica, dove il donare musica diventa atto vivo di carità, e in tal senso ricordiamo i nostri concerti nelle periferie e nelle borgate delle grandi città, dove spesso la musica è assente, così come quelli per i giovani in una concreta opera di diffusione della grande musica, così come per dare sollievo ai pazienti del Policlinico Gemelli, di Villa Rosa, degli hospices, per i detenuti del carcere di Mammagialla, e i musical realizzati insieme ai ragazzi “speciali” diversamente abili della scuola finlandese “Kaarisilta” anche alla Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi e tanti altri ancora.

Come siete arrivate a Viterbo?

D. e R.: Da Genova ai Castelli Romani, dove ricordiamo esperienze musicali meravigliose ed esaltanti a Castel Gandolfo alla presenza di Giovanni Paolo II, abbiamo scelto la Tuscia come luogo dell’anima per la sua quiete, elemento fondamentale ed essenziale per due musiciste, oltre che per la bellezza dei suoi paesaggi e per l’atmosfera di grande misticismo che la pervade. Prima di arrivare a Viterbo abbiamo abitato a lungo a Tuscania e a Vitorchiano, approdando poi nel capoluogo. Una scelta che forse era già scritta nel “piano di Dio” fin dal primo incontro dei nostri genitori, mamma genovese e papà romano, avvenuto in Liguria proprio il 4 settembre, sotto la protezione di Santa Rosa, che ha benedetto due anni dopo, sempre nella stessa data, il loro santo matrimonio.

Siete divenute protagoniste della vita musicale viterbese, rispettivamente pianista e violinista. Quali sono le opere che hanno segnato il vostro repertorio?

R.: Il nostro repertorio è molto ampio e si estende dalle trascrizioni di canti paleoslavi e gregoriani alla musica barocca, dagli autori classici e romantici ai contemporanei, fino alle colonne sonore di films. Un posto predominante nel nostro repertorio ha la musica sacra, religiosa e mariana, cosi come attualmente, in questo Anno giubilare, la nostra scelta di dedicarci al repertorio degli antichi pellegrini della via Francigena e questa scelta repertoriale ci contraddistingue anche a livello internazionale.

D.: Crediamo inoltre fortemente nella valorizzazione in musica dei tesori di arte, storia e fede di Viterbo e della Tuscia cosi come delle sue bellezze paesaggistiche e dei suoi Santi ed il nostro essere protagoniste della vita musicale viterbese è legato anche al voler far vivere in musica questa citta anche attraverso mie ampie composizioni espressamente scritte quali “Rosa mistica, Vita e miracoli di Santa Rosa da Viterbo”, che abbiamo donato a Papa Benedetto XVI durante la sua visita a Viterbo il 6 settembre 2009, la Sacra Rappresentazione “I miracoli di Maria SS. Liberatrice, Protettrice della Città di Viterbo” che abbiamo consegnato personalmente a Papa Francesco il 3 maggio 2023 e la mia maxi composizione “Viterbo” che abbiamo eseguito al Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz, in occasione de “La Notte dei Musei”.

La vostra connessione con i temi della pace e della solidarietà risulta particolarmente rilevante. Il linguaggio universale delle note è capace di trascendere confini e divisioni?

D. e R.: Ne siamo assolutamente convinte e la nostra missione musicale ha proprio questo intento: il superamento di confini e divisioni attraverso il linguaggio universale e trasversale della musica, in un messaggio interreligioso e senza frontiere che dai temi della pace e della solidarietà e della carità si sublima in lode a Dio

Anche artisti come Bob Dylan, con canzoni come “Blowin’ in the Wind”, hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di giustizia e uguaglianza, collegando la musica a battaglie sociali. A chi vi ispirate come modello rappresentativo di questa epoca?

D. e R.: Viviamo in un epoca in cui purtroppo si assiste a un appiattimento e a una generale indifferenza in campo artistico-musicale verso i temi di giustizia e uguaglianza, in cui non si ha più il coraggio di prendere posizione e di intraprendere quelle battaglie sociali che avevano visto protagonisti fino a pochi anni fa musicisti intellettuali e militanti quali Maurizio Pollini e Claudio Abbado e, nel passato, le figure di compositori quali Mozart, Beethoven, Chopin che con i loro capolavori hanno sfidato coraggiosamente convenzioni e regimi. Come musiciste guardiamo a loro con ammirazione e quali ideali punti di riferimento per il nostro impegno artistico e sociale.

La vostra condivisione del palco concepisce le vostre composizioni per interpretarle insieme? Vi muovete anche in assolo?

D.: Certamente, la nostra sintonia musicale è alla base anche della creatività che ispira le mie numerose composizioni dedicate all’organico violino e pianoforte, in cui siamo presenti anche come soliste. Nel mio caso, come musicologa, ho riscoperto ed eseguito e registrato in prima mondiale le più antiche Sonate per pianoforte e rarità chopiniane e lisztiane presentate anche in miei recitals pianistici, come quello dedicato a Maurizio Pollini tenuto domenica scorsa con l’esecuzione delle ultime composizioni di Chopin e Liszt. Sono inoltre organista della Chiesa dei SS. Faustino e Giovita, e mi ispira molto anche  improvvisare sul meraviglioso organo di quella Chiesa a cui ho dedicato molte mie composizioni.

R.: Anche se insieme a mia sorella Daniela abbiamo riportato alla luce rarità paganiniane e delle scuola violinistica italiana, oltre alle Sonate di Angelo Berardi, musicista attivo a Viterbo nel periodo barocco, e di altri compositori viterbesi e della Tuscia quali Cesare Dobici, al quale abbiamo dedicato un intero Festival, e Giacomo Setaccioli, le mie scelte musicali nascono proprio dal mia duplice interesse sia per la musica di insieme quale direttore di vari Ensembles musicali da me costituiti, sia per il violino solista e a tale proposito mi piace ricordare le mie esecuzioni delle più antiche Sonate per violino solo e le varie composizioni scritte espressamente per me da vari autori ed in particolare la “Spartita” per violino solo composta da mia sorella, un brano tecnicamente molto virtuosistico e la cui durata è di oltre un’ora.

Avete onorato Santa Rosa con il concerto sul sagrato del Santuario per il  45° anniversario della Fondazione del Sodalizio dei Facchini con composizioni in prima esecuzione mondiale ispirate e dedicate a S. Rosa, ai Facchini… Quanto questo culto viterbese vi ha toccato?

D. e R.: Santa Rosa è un faro per la nostra vita. E, come abbiamo detto, è la Patrona della nostra famiglia, ma è anche e soprattutto e modello di santità sempre attuale, ed esempio coinvolgente di eroismo, con il suo portare avanti con coraggio una missione contro ogni chiusura, ostacolo ed incomprensione.  E’ inevitabile quindi che questa grande Santa viterbese sia anche la nostra ispiratrice, e a lei abbiamo dedicato il canto “Piccola Rosa” che abbiamo scritto a quattro mani, parole e musica.

Pellegrine musicali sulla Via Francigena con il  vostro “Iubilaeum Ensemble –  L’Ensemble del Giubileo” presso il Teatro San Leonardo di Viterbo con il concerto intitolato “Omaggio a Papa Francesco e all’ Anno  Santo 2025”.  Continuerete la rassegna di concerti itineranti intitolata “Peregrinantes in Musica” in tutto il Giubileo?

D. e R.: Certamente, con nostri concerti di “Iubilaeum Ensemble” lungo i vari centri della via Francigena del nord e del sud, oltre che a Roma, Anagni e naturalmente a  Viterbo, proseguendo in tal modo un’altra nostra rassegna varata nel 2017 ed intitolata “Omaggio a Viterbo, la Città dei Papi”. Per la sua unicità “Peregrinantes in Musica” si lega idealmente ad altre nostre creature musicali giubilari, “Iubilaeum in Musica, il Festival del Giubileo A.D. 2000” e “ Iubilaeum  Misericordiae in Musica, il Festival del Giubileo Straordinario della Misericordia” che abbiamo realizzato nelle più belle Basiliche e Chiese storiche di Roma, comprese le Basiliche Patriarcali,  oltre che di altre città italiane ed estere con concerti di prestigiosi Cori, Orchestre ed Ensembles provenienti da tutto il mondo svolti anche  in collaborazione con Ambasciate presso il Quirinale e presso la Santa Sede. Per quanto riguarda Viterbo abbiamo inoltre ideato e realizzato due Festivals legati rispettivamente alla Madonna della Quercia in occasione del Giubileo straordinario della Diocesi nel 2017 ed alla Madonna Liberatrice nel 2020 per il Giubileo dei 700 anni dal primo miracolo.

Accademia “De Musica” e i loro festival, quali sono i progetti imminenti?

D.: Accanto alle nostre attività didattiche, svolte nella Tuscia ed a Viterbo fin dal 2016, e che ci vedono impegnate come docenti in Corsi e Seminari di Studi e MasterClasses, Accademia “De Musica” porta avanti con entusiasmo progetti legati a Viterbo e alla Tuscia quali i Festival “Viterbo Piano Fest” e “Tuscia Piano and Organ Fest”, oltre naturalmente a iniziative legate al quartiere di San Faustino, che intendiamo rendere davvero “al centro del mondo” con il nostro “Coro Internazionale ed Interparrocchiale di Viterbo – Schola Cantorum San Faustino”, che si è esibito più volte con successo anche alla presenza del Vescovo di Viterbo Mons. Orazio Francesco Piazza, cantando mie composizioni a lui dedicate quali la “Preghiera a Maria SS. di Costantinopoli”, basata sul suo testo e il mio Inno per la Diocesi di Viterbo del Giubileo A.D. 2025 “Gesù Cristo è il Signore, nostra unica speranza”

Vi trovate bene a Viterbo? Cosa amate di più di questa città medioevale?

D. e R.: Di Viterbo amiamo tutto, anche se proprio il suo essere una città medioevale con relativi arroccamenti e chiusure può determinare una limitazione delle sue potenzialità che, qualora superate e sviluppate in una visione dagli orizzonti più ampi, la trasformerebbero da città di provincia in vera capitale della cultura. E il nostro impegno di musiciste e viterbesi, anche se di adozione, è mirato proprio in questa direzione: fare di Viterbo un centro musicale e artistico-culturale internazionale.

La musica, in tutte le sue forme, ci ricorda che non siamo soli nel nostro sogno di pace e le sorelle Sabatini con la loro sorellanza ne sono le predilette.

 

Daniela e Raffaella Sabatini
Raffaella e Daniela Sabatini

 

Nella cover: Raffaella e Daniela Sabatini insieme al presidente Massimo Mecarini  per il concerto Musica e fede, per Santa Rosa, organizzato in occasione del 45° anniversario della fondazione del Sodalizio dei Facchini. Foto di Stefano Miragliani photography

 

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