Daniele Dimonte: lectio magistralis su Einstein e le geometrie non euclidee al liceo Scientifico Paolo Ruffini

di Luciano Costantini

Ore 14,30 di venerdì 10 gennaio, lezione di geometria al liceo Scientifico Paolo Ruffini di Viterbo. L’aula 40 è gremita di studenti della Quinta. Dall’altra parte della cattedra non il solito prof. magari incanutito e scolastico, ma un giovane che mentre traccia una retta o un cerchio propone quiz che quasi sempre incassano un imbarazzato per quanto incuriosito silenzio. Tranne che per il cronista che intimamente ammette la propria cosmica ignoranza. Il prof. usa e abusa della lavagna, sempre e rigorosamente in piedi. Si concede al massimo qualche sorso di minerale. La cattedra non serve mica, roba di altri tempi. Del resto Daniele Dimonte è uomo di questi tempi: uscito con il diploma nel 2009 e ora ricercatore di assoluta rilevanza presso il Dipartimento di Matematica e Informatica all’università svizzera di Basilea. Un curriculum che conta una laurea triennale all’ateneo Roma Tre, un dottorato in fisica matematica e geometria alla Sissa di Trieste, ricercatore nel campo della meccanica quantistica. Allo Scientifico di Viterbo è tornato per un seminario su “Einstein e le geometrie non euclidee: muoversi in 4 dimensioni”. Il titolo della lezione già mette i brividi, ma la spiegazione di postulati e teoremi è meno indigesta di quanto possa apparire: riesce ad arrivarci anche chi come noi considera la geometria quasi un indecifrabile geroglifico. Daniele Dimonte è un ex che fa parte della numerosa schiera di quelli che “A volte ritornano…”. Di quelli che non hanno dimenticato il Ruffini, i compagni, i docenti. Spiega Alessandro Ercoli, responsabile del progetto teso a riportare allo Scientifico le “eccellenze” viterbesi: “Sono già una ventina gli studenti di una volta che si sono fatti onore e che ora rientrano per portar il loro contributo di conoscenze a quelli di oggi sul tema della divulgazione scientifica. Tutto è nato da una iniziativa di Daniele che qualche tempo fa mi propose: sono stato uno studente, non potrei tornare per tenere qualche lezione? E così è stato”. Fine della lezione, domanda ovvia: cosa ha provato, professor Dimonte? “Un piacere perché sento che questa esperienza può essere utile a uno scopo, quello di accrescere il sapere di tanti giovanissimi. Quelli presenti in aula li ho trovati attenti e lucidi. Se tornerò? Lo spero anche se gli impegni di lavoro sono molti”. Venerdì 17 gennaio secondo incontro del seminario con Emanuela Giacomelli.

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