Dipendenza affettiva e controdipendenza, laboratorio teorico, interattivo ed esperienziale allo Spazio Corsaro

Dipendenza affettiva e controdipendenza, è il tema dellaboratorio teorico, interattivo ed esperienziale che si terrà sabato 22 febbraio, ore 17:00 allo SPAZIO CORSARO
in Via Ripetta, 20 – Chia-Soriano nel Cimino

«L’assenza dell’altro mi tiene la testa sott’acqua; poco a poco, io soffoco, la mia aria si fa più rarefatta: ed è attraverso questa asfissia che io ricostituisco la mia “verità” e preparo l’Intrattabile dell’amore».  R. Barthes

La dipendenza affettiva è molto diffusa in diverse gradazioni. Se non sono in molti a rendersene conto è perché si usano nomi diversi per evitare di dire la stessa cosa, vale a dire che quando si parla di “legame d’amore”,  di “desiderio di vicinanza” oppure di “mancanza” dietro le quinte c’è sempre lo spettro di una dipendenza.
Nel migliore dei casi le relazioni sentimentali si strutturano sulla base dell’interdipendenza, mentre per il resto si tratta dell’amore impossibile cui si finisce per acconsentire come a qualcosa di fatale. La dipendenza affettiva prende allora il sopravvento sulla propria vita, proprio come il tossicomane è soggiogato dalla sua sostanza che lo spinge a procurarsi un’altra dubbia estasi. Non a caso il dipendente affettivo usa il partner in amore come dose euforizzante in grado di animare l’illusione che recita “tu mi salverai”, mentre l’illusione del co-dipendente aspira all’“io ti salverò”. Legami tossici che possono assumere la forma aggressivo-dipendente che si articola nella formula “non ti amo perché hai bisogno di me” e quella controdipendente per cui “non ti amo perché non ho bisogno di te”.
La convinzione secondo cui l’amore guarisce da tutte le ferite del passato attraverso l’annullamento di sé corrisponde ad un tentativo di soluzione fallimentare in stile fai da te, volto ad intrattenere una relazione tossica con il vantaggio secondario di tenere lontana la paura della perdita. È qui che è possibile riconoscere come il dipendente affettivo, per quanto disposto a giocare la parte della vittima, opera allo stesso tempo la sua bella manipolazione, così com’è possibile riconoscere che, per quanto centrato sull’autosufficienza narcisistica, l’atteggiamento del controdipendente è caratterizzato da un nucleo di dipendenza affettiva.
Pertanto, se è vero che per via della sua natura incerta e transitoria l’amore può sopravvivere solo nella consapevolezza della propria vulnerabilità, è allora altrettanto vero che il lavoro sulla dipendenza affettiva deve sostituire il cullarsi nella passività dell’illusione con la creatività e l’eticità del legame. Il lavoro consulenziale può essere un’occasione per garantire protezione a quanti pur sentendosi invischiati in un legame tossico vogliono preservarsi e realizzare un cambiamento importante. Ma per fare questo bisogna rinforzare il proprio potere personale, ossia l’autonomia, la determinazione e l’autostima all’interno di un percorso di responsabilizzazione. La persona può così decidere di darsi il permesso di superare la propria dipendenza affettiva conservata in sofferenza e fare qualcosa di diverso che le faccia riscoprire la gioia di vivere.

Appuntamento:
Sabato 22 febbraio, ore 17:00

SPAZIO CORSARO

Via Ripetta, 20 – Chia (VT)

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