Disegnare il bosco: i murales un dono di Librimmaginari a Viterbo

I tre murales sono stati realizzati alle scuole Concetti e De Amicis dagli artisti Camilla Falsini, Giovanna Ranaldi e Resli Tale. Tre opere destinate ad occupare altrettanti spazi della città, attraverso “Librimmaginari“, il festival del disegno e dell’illustrazione realizzato da Arci Viterbo che ha inaugurato i lavori compiuti al termine di un percorso laboratoriale, costruito da un lato con gli studenti delle due scuole elementari; dall’altro con un gruppo di detenuti, grazie alle operatrici di Arci solidarietà Viterbo che lavorano all’interno della casa circondariale di Viterbo
Librimmaginari il festival del disegno e dell’illustrazione realizzato da Arci Viterbo a cura di Marcella Brancaforte e Marco Trulli, con il sostegno di Regione Lazio (finanziato con la legge regionale 21 Ottobre 2008, n.16 Avviso pubblico ‘Io leggo’”Ho deciso di dare questo input del lupo – spiega Camilla Falsini – perché sono abituata a lavorare sulle ‘figure’ e questo animale incarna perfettamente l’idea che si ha del bosco perché spaventa, ma attira”. I bambini della scuola Fantappié, hanno infatti lavorato su questo interagendo con la Ludoteca e con Maninalto, partecipando poi alla realizzazione del murales visionando e interagendo con l’artista nei giorni in cui ha realizzato il disegno.
Lo stesso schema si è ripetuto anche nella scuola De Amicis nella quale ha invece operato Giovanna Ranaldi. Una prima esperienza per lei su parete. “Mi sono entusiasmata molto a lavorare e relazionarmi sullo spazio grande. C’è stato un continuo via vai di classi e confronto con i bambini che hanno iniziato a relazionarsi al murale iniziando anche a interpretare il lavoro che è stato fatto. Ora è bello che inizieranno anche a giocarci”.
Alla Casa circondariale il tema del bosco è stato esteso da Resli Tale, che ha proposto a 8 persone detenute di lavorare sulla storia dei 50 argonauti. Ovvero i circa 50 eroi che, secondo la mitologia, intrapresero un lungo viaggio per la riconquista del “vello d’oro”. “Come loro ricercavano il vello – spiega Resli Tale – le persone detenute ricercano la propria libertà, partendo da un lavoro che stanno facendo all’interno di loro stessi”.

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