Carlo Vincenti, un artista viterbese polivalente, morto tragicamente nel ’78 a soli trentadue anni. Il Messaggero del 20 febbraio del ’56 traccia un ritratto di lui disegnatore e pittore straordinario già all’età di nove anni. La profondità della sua vena sentimentale ed artistica non si esprime soltanto attraverso i colori e le matite, ma anche negli scritti che ne fanno un genio del disegno e della parola. (L.C.)
Carlo Vincenti è uno scolaretto di nove anni che frequenta la quarta classe elementare e stupisce tutti coloro che lo vedono disegnare. Maneggia con molta disinvoltura acquerelli e colori ad olio e per il suo onomastico non chiede giocattoli o dolci, ma solo album e scatole di colori. La sua facilità nel disegnare è prodigiosa: quando ancora non sapeva parlare, tracciava sulla carta segni e figure ed a quattro anni dipingeva con un notevole senso della prospettiva. Lo scorso anno ha vinto il concorso per il disegno infantile bandito dall’Enal. La mamma di Carletto – la signora Margherita Vincenti nata Calbi – è insegnante elementare, ma non ha impartito al suo bambino alcuna lezione di disegno; per lui i pastelli, le matite e i pennelli sono il mezzo più facile per esprimere le visioni della sua fantasia, per riprodurre le scene e i paesaggi che lo hanno colpito. Quando esce dal cinema, si affretta a recarsi a casa per riprodurre sulla carta personaggi e vicende del film. Quando compì il suo primo viaggio Carlo aveva tre anni; appena tornato a casa, prese un foglio e tracciò sulla carta due linee per rappresentare la strada asfaltata, aggiungendovi poi una vivace riproduzione degli alberi e delle case vicine. A scuola Carletto è un po’ debole in matematica, ma scrive benino in italiano; lo studio ed il gioco però lo interessano pochissimo. Per qualche tempo ha modellato con la creta, ma la sua passione sembra essere solo i disegno, tanto che la sua “fame di carta” a volte arriva a preoccupare i suoi genitori. Il fratellino di Carletto, di cinque anni, disegna discretamente, ma rimane nella normalità, ben lontano dalla meravigliosa facoltà di dar vita a veri e propri quadri di cui è dotato il fratello.
*Luciano Costantini, giornalista professionista, ha lavorato in qualità di vice capo servizio presso la redazione centrale de Il Messaggero, occupandosi di sindacato ed economia. Rientrato in sede stabile a Viterbo, firma in qualità di direttore editoriale la testata TusciaUp. La sua grande passione per la storia è raccolta in tre libri: Il giorno che accecai il Duce, Fuori le donne dal palazzo dei Priori, l’ultimo pubblicato in questo mese di aprile “O Dio con Noi o tutti in cenere”, tutti editi da Sette Città. Echi di cronaca del secondo dopoguerra è la rubrica periodica su questa testata, in cui racconta aneddoti e fatti di quel periodo storico riportati proprio dal quotidiano romano in cui ha vissuto il suo cammino professionale.
Documentazione tratta dalla ricerca d’archivio presso la Biblioteca di Viterbo.
Foto cover @Fabio Vincenti